L’Iran è pronto ad accettare un accordo con gli Stati Uniti sul suo programma nucleare in cambio dell’immediata revoca delle sanzioni, ha dichiarato mercoledì Ali Shamkhani, consigliere della Guida Suprema iraniana Ali Khamenei, a NBC News.
Dal suo ritorno alla Casa Bianca a gennaio, il presidente americano Donald Trump ha adottato una politica di “massima pressione” sull’Iran e ha imposto nuove sanzioni mentre sta conducendo i negoziati con Teheran. Dal canto suo, l’Iran sta cercando di ottenere la revoca di tali misure, che stanno strangolando la sua economia.
Secondo il sito web della NBC News, Ali Shamkhani ha dichiarato che l’Iran si impegnerebbe a non fabbricare mai armi nucleari, a liberarsi delle sue scorte di uranio altamente arricchito, ad arricchire l’uranio solo ai livelli necessari per uso civile e a permettere agli ispettori internazionali di supervisionare il processo in cambio dell’immediata revoca di tutte le sanzioni economiche contro la Repubblica Islamica.
Alla domanda se l’Iran accetterebbe di firmare un accordo oggi se queste condizioni fossero soddisfatte, Shamkhani ha risposto sì, ha riferito il canale statunitense. “È ancora possibile. Se gli americani faranno quello che dicono possiamo certamente avere relazioni ottimali” che “miglioreranno la situazione nel prossimo futuro”, ha precisato il funzionario iraniano a NBC News.
Trump aveva chiesto l’applicazione rigorosa delle sanzioni
Ieri, mercoledì, Donald Trump ha chiesto un’applicazione rigorosa delle sanzioni statunitensi contro l’Iran, esprimendo al contempo la speranza di raggiungere un accordo sulla questione nucleare. Il giorno prima l’Iran si era già detto disposto ad accettare limiti temporanei al livello di arricchimento del suo uranio attraverso il suo vice ministro degli Esteri Majid Takht-Ravanchi, il quale ha affermato che i negoziati con gli Stati Uniti non erano ancora entrati nei dettagli.
Attualmente l’Iran arricchisce l’uranio al 60%, ben oltre il limite del 3,67% fissato dall’accordo nucleare del 2015, mentre il 90% è la quota necessaria per uso militare. Le sue scorte di materiale fissile preoccupano le potenze occidentali.
I colloqui avviati il 12 aprile mirano a concludere un nuovo accordo per impedire all’Iran di dotarsi di armi nucleari, un’ambizione che Teheran ha sempre negato, in cambio della revoca delle sanzioni contro l’economia iraniana. Nel corso del primo mandato presidenziale di Trump, nel 2018, gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente dall’accordo concluso tre anni prima tra Teheran e le principali potenze per supervisionare il programma nucleare iraniano.