“La Svizzera può fare di più in ambito umanitario e mi sembra che adesso ci sia la volontà di farlo”. Sono parole dell’ex consigliera federale Ruth Dreifuss intervistata dal Telegiornale della RSI. “(Può fare di più) per le armi e i prodotti che legittimano l’occupazione. Prodotti che vengono dalle colonie e vengono considerati come israeliani nei mercati della Svizzera non possono essere qui”.
Ma secondo lei in questi 22 mesi la Svizzera sta misconoscendo la sua tradizione umanitaria?
“Non mi sembra. Il problema è piuttosto che la Svizzera non si assume la sua responsabilità come membro della Convenzione di Ginevra per far rispettare il diritto umanitario internazionale”.
E perché non lo fa?
“Mi sembra ci sia sempre la questione della neutralità. Sembra che si debba sempre reagire nello stesso modo per tutti i protagonisti di un conflitto. Per me è chiaro che anche Hamas ha commesso un crimine di guerra e contro l’umanità. L’emergenza oggi è però realmente quella della popolazione di Gaza”.
Cosa chiederebbe al consigliere federale Cassis?
“Una dichiarazione molto forte sulla scia di altri Paesi che l’hanno già fatto. Dimostrare per esempio che un criminale deve essere portato in tribunale. Vuol dire che i criminali di adesso – i fascisti israeliani, ce ne sono in Governo tra gli altri lo stesso capo dell’Esecutivo - sono responsabili di fronte alla comunità internazionale”.
Lei è di origini ebraiche. Anche in Svizzera c’è stato un grande dibattito sul termine genocidio. Come ha vissuto questo dibattito?
“Sono prudente. Penso siano i giudici che devono prendere la decisione. È un processo che si deve fare ma per me ci sono alcuni elementi che ci fanno pensare che siamo di fronte a un genocidio”.