Da ieri, giovedì, c’è un nuovo Governo militare alla guida della Guinea-Bissau, Stato dell’Africa centro-occidentale che ha subito il nono colpo di Stato della sua storia. Dopo le contestate elezioni di domenica scorsa, i militari hanno preso il potere della nazione costiera tra il Senegal e la Guinea che funge da punto di transito per la cocaina proveniente dal Sud America e diretta, anche, in Europa.
L’esercito ha quindi insediato il generale Horta N’Tam come presidente di transizione dopo che i soldati hanno rovesciato la leadership civile con una rapida presa di potere avvenuta prima che potessero essere annunciati i risultati delle elezioni del fine settimana scorso. Nel frattempo il presidente destituito dal colpo di Stato, Umaro Sissoco Embalo, si è rifugiato in Senegal dove è arrivato a bordo di un volo speciale, ha specificato il ministero degli Esteri senegalese.
Il sedicente “Alto comando militare per il ripristino dell’ordine” ha annunciato di aver preso il potere da Embalo. Ha affermato che la mossa è stata una risposta a un piano di destabilizzazione che coinvolgeva politici e baroni della droga, senza fornire ulteriori dettagli. Il generale N’Tam , in una cerimonia trasmessa dalla TV, ha pure affermato che il colpo di Stato era necessario per sventare un complotto dei “narcotrafficanti” volto a “catturare la democrazia guineana” e ha dichiarato che la transizione sarebbe durata un anno, a partire da subito.
La reazione dei Paesi africani
Il presidente dell’Unione Africana Mahmoud Ali Youssouf ha condannato il colpo di Stato in una dichiarazione e ha chiesto il rilascio “di tutti i funzionari detenuti”. Anche i capi di Stato del blocco regionale dell’Africa occidentale (ECOWAS) hanno condannato il colpo di Stato e successivamente hanno tenuto una riunione virtuale per discutere della situazione.
Le critiche dell’ONU
Il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres denuncia una “violazione dei principi democratici” in Guinea-Bissau. Guterres “sottolinea che qualsiasi disprezzo della volontà del popolo che ha votato pacificamente nelle elezioni generali del 23 novembre costituisce una violazione inaccettabile dei principi democratici”, lanciando un appello al “ripristino immediato e incondizionato dell’ordine costituzionale”.
La via della cocaina
Nel Paese gli interessi nel mercato della cocaina continuano a creare alleanze all’interno dell’élite politico-militare e ad alimentare l’instabilità politica. Il mercato della cocaina è capace di essere allo stesso tempo il collante e l’elemento critico dello Stato, l’elemento che tiene assieme una politica litigiosa e la miccia che può fare esplodere l’ennesima crisi. Un potere che va oltre, sopra e di lato, a quello dello Stato. Sotto l’amministrazione di Embalo, il traffico di cocaina sembrava essere in forte espansione.
RG 07.00 del 28.11.2025 La corrispondenza di Freddie Del Curatolo
RSI Info 28.11.2025, 08:43
Contenuto audio




