L’esercito e la polizia d’Israele stanno esaminando le circostanze legate all’uccisione di due palestinesi durante un’operazione congiunta delle loro forze a Jenin, nel nord della Cisgiordania. I due, un 26enne e un 37enne, si stavano apparentemente arrendendo agli israeliani.
Quanto accaduto è stato ripreso da più angolazioni, e anche da un giornalista dell’agenzia AFP, in questa città bastione di gruppi armati palestinesi. Dei video ampiamente diffusi sui social mostrano due uomini che escono con le mani in alto da un edificio circondato dai soldati israeliani. Li si vede poi sdraiati a terra. Vengono ricondotti all’interno dell’edificio e, in seguito, si odono degli spari.
L’Autorità nazionale palestinese (ANP) ha definito quanto accaduto come “una esecuzione sommaria” e ha accusato le forze israeliane di aver commesso “un crimine di guerra documentato e completo”. Anche Hamas ha denunciato le uccisioni come “una esecuzione a sangue freddo”.
Da RG 07.00 del 28.11.2025
RSI Info 28.11.2025, 09:13
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Per parte loro esercito e polizia, in un comunicato congiunto, hanno dichiarato che le loro forze avevano proceduto “all’arresto di due individui ricercati per azioni terroristiche”, segnatamente per “spari e lanci di esplosivi” contro le forze di sicurezza. Sono stati quindi esplosi “dei colpi d’arma da fuoco contro i sospetti”, dopo la loro uscita dallo stabile, precisa la nota, aggiungendo che “l’incidente è oggetto di indagini”.
Un’inchiesta preliminare, secondo Haaretz, ha indicato che uno dei due aveva cercato di alzarsi e fatto un “movimento sospetto”, che ha indotto gli israeliani ad aprire il fuoco.








