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Pieno consenso prima di un rapporto sessuale? “Un principio di civiltà”

L’intervista della RSI a Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano, dopo lo stop alla legge in Italia: “ Chi parla di inversione dell’onere della prova dice una cosa sbagliata da un punto di vista giuridico”

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Italia, bloccata la legge sul consenso

Telegiornale 27.11.2025, 20:00

Di: Telegiornale-Claudio Bustaffa/M. Ang. 

Il tema di introdurre il fatto che senza un “consenso libero (dato volontariamente, senza costrizioni fisiche, psicologiche, minacce, ricatti, abusi) e attuale (dato in quel momento e non revocato al momento dell’atto)” si configuri il reato di violenza sessuale, sta facendo molto discutere in Italia. Un progetto di legge per introdurlo nel codice penale è stato bloccato. Ma se venisse approvato cosa cambierebbe nel concreto? Il corrispondente del Telegiornale della RSI, Claudio Bustaffa, lo ha chiesto a Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano.

“Il consenso è un concetto molto più ampio, perché adesso si ritiene che non ci sia consenso solo in caso di violenza, minaccia o abuso di una condizione di inferiorità anche transitoria. Il consenso invece presuppone altre fattispecie, cioè da un punto di vista della categoria diventa più ampio. A livello processuale non cambia nulla”, spiega Roia.


Quindi una volta in tribunale anche con questa legge sul consenso, se sarà votata, aggressore e vittima partono dallo stesso punto. “Assolutamente giusto. Qualcuno ha parlato di inversione dell’onere della prova ma ha detto una cosa sbagliata da un punto di vista giuridico. Non cambierebbe nulla. Si modifica la norma sostanziale ma è ovviamente il pubblico ministero, l’organo dell’accusa, che utilizzerà le dichiarazioni della donna come fonte di prova principale ma che porterà ulteriori elementi”, sottolinea il presidente del tribunale di Milano.


I critici dicono che con questa legge sul consenso le donne potrebbero avere più occasioni per vendicarsi nei confronti degli uomini. “Mi sembrano delle sfasature dialettiche, forse magari un po’ demagogiche. Perché allora anche oggi, con l’attuale legge, se una donna volesse attuare una “vendetta”, direbbe che, per esempio, ha avuto un rapporto sessuale sotto la minaccia di un uomo o sotto un atto di violenza da parte di un uomo. Quindi, come dire, dichiarerebbe il falso oggi, domani, perché da un punto di vista processuale non cambia nulla. Cambia il punto di vista sostanziale, perché io ritengo che questa sia una legge di civiltà che amplia il diritto di libertà e la libertà delle donne nell’ambito di una sfera delicatissima, quale è quella dell’autodeterminazione sessuale”, dice Roia.


Questa legge è applicata in tribunale ma che messaggio sociale-culturale lancia? “Il messaggio è sostanzialmente questo: tu intendi avere un rapporto sessuale con una donna? Devi accertare che ci sia una pieno consenso e quindi, per esempio, dovresti astenerti quando hai dei dubbi su questo consenso. Ma questo è un principio di civiltà. Facciamo un esempio: se due si conoscono e la ragazza beve molto alcol (e quindi è in una situazione di incoscienza, di semi-incoscienza), non è così difficile dire al ragazzo: non avere un rapporto sessuale, perché magari non c’è il consenso, oppure magari quel tipo di rapporto non è piacevole. Rimandatelo, se effettivamente c’è questa volontà, a un momento in cui entrambi siate pienamente consapevoli, ragazzo e ragazza. Questo sarebbe molto importante, soprattutto per i giovani adulti e gli adolescenti”.

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