Oltre venti ministri degli esteri di Paesi europei ed extraeuropei che hanno firmato oggi l’appello dai toni ultimativi a Israele in cui si afferma che “la guerra a Gaza deve finire ora”. Lo rende noto - sul sito del Governo britannico - il Foreign Office, il cui titolare, David Lammy, rivendica di essere stato promotore dell’iniziativa.
La dichiarazione è stata firmata da Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Giappone, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, Regno Unito e anche dalla Svizzera. L’appello è stato siglato pure dall’UE, mancano all’appello però gli Stati Uniti.
“La sofferenza dei civili a Gaza ha raggiunto livelli mai visti prima. Il modello di distribuzione degli aiuti del Governo israeliano è pericoloso, alimenta l’instabilità e priva i cittadini di Gaza della dignità umana. Condanniamo la distribuzione a goccia degli aiuti e l’uccisione disumana di civili, compresi bambini, che cercano di soddisfare i loro bisogni più elementari, come acqua e cibo. È orribile - si legge nella dichiarazione - che oltre 800 palestinesi siano stati uccisi mentre cercavano aiuto. Il rifiuto da parte del Governo israeliano di fornire assistenza umanitaria essenziale alla popolazione civile è inaccettabile”.
“Gli ostaggi crudelmente tenuti prigionieri da Hamas dal 7 ottobre 2023 continuano a soffrire terribilmente. Condanniamo la loro continua detenzione e chiediamo il loro rilascio immediato e incondizionato. Un cessate il fuoco negoziato offre la migliore speranza di riportarli a casa e porre fine all’agonia delle loro famiglie”, prosegue l’appello.
I firmatari invitano Israele “a revocare immediatamente le restrizioni al flusso di aiuti e a consentire urgentemente alle Nazioni Unite e alle ONG umanitarie di svolgere il loro lavoro salvavita in modo sicuro ed efficace. Invitiamo tutte le parti a proteggere i civili e a rispettare gli obblighi del diritto internazionale umanitario”.
“Le proposte di trasferire la popolazione palestinese in una “città umanitaria” sono totalmente inaccettabili. Lo sfollamento forzato permanente - aggiunge la nota - è una violazione del diritto internazionale umanitario. Ci opponiamo fermamente a qualsiasi iniziativa volta a modificare il territorio o la demografia nei territori palestinesi occupati. Il piano di insediamento E1 annunciato dall’amministrazione civile israeliana, se attuato, dividerebbe in due lo Stato palestinese, rappresentando una flagrante violazione del diritto internazionale e compromettendo gravemente la soluzione dei due Stati. Nel frattempo, la costruzione di insediamenti in tutta la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, ha accelerato, mentre la violenza dei coloni contro i palestinesi è aumentata vertiginosamente. Questo deve cessare”.

Nuova offensiva a Gaza
Telegiornale 21.07.2025, 12:30









