Il 13 agosto un passeggero della linea ferroviaria che corre lungo la Senna a sud di Parigi ha dato l’allerta, dopo aver avvistato un corpo che galleggiava sul fiume. I poliziotti ne hanno poi trovati altri tre. Le indagini si sono rapidamente focalizzate su un uomo che pochi giorni prima era incappato in un banale controllo in una casa occupata illegalmente a poche centinaia di metri di distanza. I documenti di cui era in possesso quel giorno non erano suoi, ma della seconda vittima poi identificata, a quel punto però non ancora data per dispersa.
Gli inquirenti sono poi riusciti a collegare il giovane - magrebino di una ventina di anni e di identità non del tutto certa, senza fissa dimora e già in attesa di giudizio per furto - anche con le altre tre persone uccise. Così la procura di Créteil, a quattro giorni dall’arresto, ha confermato domenica per lui la detenzione provvisoria: è accusato di quattro omicidi, il cui movente sarebbe l’omofobia.
La zona dei delitti e del ritrovamento dei corpi, infatti, è nota per essere luogo di ritrovo di omosessuali uomini in cerca di incontri fugaci.
Il sospettato, come ha confermato il suo legale, ha risposto succintamente alle domande dei magistrati relative alla sua vita, ma sulle accuse si è avvalso della facoltà di non rispondere. Le vittime sono state tutte identificate: un algerino di 21 anni e un tunisino di 26, anch’essi senza fissa dimora, un francese di 48 anni di Créteil che era disperso dall’11 agosto e un altro algerino di 21 anni, domiciliato a Choisy-le-Roi e di cui non si avevano notizia dal 7 agosto. Almeno due dei cadaveri presentavano tracce di strangolamento.