Gli avvocati dei fratelli Menendez, colpevoli di aver ucciso i propri facoltosi genitori nel 1989, hanno riferito martedì che un giudice californiano ha rivisto la loro sentenza: la pena è stata ridotta a 50 anni di detenzione, con possibilità di accedere alla libertà vigilata. Lyle ed Erik hanno già scontato 35 anni di carcere, ma erano stati condannati all’ergastolo.
Il magistrato Michael Jesic ha deciso dopo un’udienza di otto ore di ridurre la loro condanna, rendendoli idonei alla libertà condizionale, che verrà valutata successivamente. Il giudice ha applicato una legge californiana del 2018, la quale tutela chi commette reati gravi prima dei 26 anni. Quando Llyle ed Erik uccisero a fucilate la madre ed il padre avevano rispettivamente 21 e 18 anni. Il caso colpì profondamente l’opinione pubblica ed è tornato alla ribalta grazie alla serie di Netflix “Monsters”.
All’epoca dei delitti un altro giudice aveva accusato i due fratelli di aver assassinato i genitori per ereditare 14 milioni di dollari, mentre i loro avvocati sostenevano che il motivo degli omicidi fosse un tentativo di autodifesa dagli abusi sessuali subiti del padre.
Diversi conoscenti, famigliari e legali dei due uomini hanno preso parola durante la giornata, dichiarando che i detenuti sono ora completamente riabilitati. I loro sostenitori sono inoltre soddisfatti del risultato e hanno sostenuto la tesi secondo cui gli omicidi sono stati il risultato di decenni di violenze sessuali da parte del padre con la complicità della madre. La sentenza del 1996 non tenne infatti conto degli abusi. Anamaria Baralt, una delle cugine dei fratelli Menendez, ha riferito che: “Da tutte e due le parti della famiglia crediamo che 35 anni siano abbastanza. Li abbiamo perdonati”.

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Notiziario 14.05.2025, 11:00
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