Raphaël Graven non è stato ucciso

La morte dello streamer francese Raphaël Graven, noto con il nome di Jean Pormanove, “non ha origine traumatica e non è legata all’intervento di terzi”, ha comunicato giovedì il procuratore della Repubblica di Nizza in un comunicato che riporta i risultati dell’autopsia.

“Le cause probabili del decesso sembrano quindi di origine medica e/o tossicologica”, ha aggiunto il procuratore Damien Martinelli, che ha aperto un’indagine per accertare le cause della morte avvenuta il 18 agosto a Contes (Alpi Marittime), dopo oltre 12 giorni di diretta video in streaming, in cui Jean Pormanove appariva, insieme a un altro uomo soprannominato Coudoux, vittima di violenze e umiliazioni da parte di due partner noti con i pseudonimi NarutoVie e Safine.

Durante l’autopsia, i due medici legali non hanno riscontrato né “lesioni traumatiche interne o esterne”, né “ustioni”, ma solo la “presenza di alcune ecchimosi e lesioni cicatrizzate, in particolare agli arti inferiori”.

“Alla luce di questi elementi, gli esperti medici ritengono che il decesso del signor Graven non abbia origine traumatica e non sia legato all’intervento di terzi”, scrive il procuratore, precisando che “sono state ordinate analisi complementari, tossicologiche e anatomopatologiche, per chiarire le cause”.

Queste analisi saranno confrontate con alcune testimonianze che parlano di “problemi cardiaci” emersi durante un’anestesia in Turchia nel 2024, e di un “trattamento medico per la ghiandola tiroidea”, aggiunge il procuratore.