Il Regno Unito ridurrà drasticamente le tutele per i rifugiati: lo ha confermato il governo laburista, dopo che la notizia era stata rivelata nei giorni scorsi dalla BBC. “Metterò fine al golden ticket del Regno Unito per i richiedenti asilo”, ha dichiarato la ministra degli Interni Shabana Mahmood in una nota.
Tra le misure annunciate, che guardano al modello restrittivo della Danimarca, la riduzione della durata di status di rifugiato da 5 anni a 30 mesi, con revisione periodica, mentre serviranno 20 anni e non più 5 per fare richiesta di residenza permanente. Attualmente, coloro che ottengono lo status di rifugiato lo mantengono per cinque anni, dopodiché possono richiedere un permesso di soggiorno a tempo indeterminato e infine la cittadinanza. Ma il Ministero degli Interni Mahmood ha affermato che ridurrà la durata dello status di rifugiato a 30 mesi. Tale protezione sarà “rivista regolarmente” e i rifugiati saranno costretti a tornare nei loro paesi d’origine una volta ritenuti sicuri, ha aggiunto. Inoltre, si vuole far attendere 20 anni ai rifugiati a cui viene concesso asilo prima di presentare domanda per poter vivere a lungo termine nel Regno Unito, invece degli attuali cinque.
Maggiori dettagli sul giro di vite contro l’immigrazione verranno annunciati lunedì ma, come detto, intanto Londra prevede di sostituire quello che definisce un processo automatico di cinque anni per l’insediamento con un percorso di vent’anni per la residenza permanente. Intende anche reinterpretare l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che tutela il diritto alla vita familiare, in particolare laddove ha bloccato le espulsioni. Le misure giungono in un momento in cui l’immigrazione è in cima alle preoccupazioni degli elettori: Oltre 109’000 persone hanno chiesto asilo nei primi quattro mesi dell’anno, un aumento del 17% rispetto al 2024.
Una scelta che guarda anche all’elettorato - L’analisi di Loretta Dalpozzo
Loretta Dalpozzo, collaboratrice della RSI dal Regno Unito, ha spiegato a Seidisera che quella del governo è una svolta politica molto chiara di deterrenza. “Si vuole rendere il Regno Unito un luogo poco attraente per l’immigrazione - riferisce - e si è disposti a usare le maniere forti per farlo. Secondo le autorità, infatti, ci sono bande criminali che spacciano il Regno Unito per una destinazione d’oro, promettendo alberghi e cibo gratuito e questo deve finire. Per la ministra dell’Interno, inoltre, il sistema di asilo britannico è eccessivamente generoso, soprattutto rispetto a quello di molti partner europei. La Danimarca è servita, ad esempio, proprio perché il suo modello ha contribuito a far scendere le richieste di asilo al livello più basso degli ultimi 40 anni”.
L’immigrazione è diventata effettivamente la principale preoccupazione degli elettori britannici, addirittura davanti all’economia, ribadisce ancora la giornalista da Londra. “E il governo che è in crisi su più fronti, precisa, deve dimostrare di poter ridurre i numeri. Negli ultimi mesi, inoltre, ci sono state numerose proteste, anche violente, contro le politiche di asilo del Paese e fuori dagli alberghi dove sono alloggiati i richiedenti l’asilo. Il governo laburista aveva già inasprito le sue politiche sull’immigrazione, soprattutto per quanto riguarda le traversate illegali su piccole imbarcazioni dalla Francia”.
Non mancano le critiche anche interne al partito laburista. “Alcuni parlamentari laburisti di sinistra - prosegue nell’analisi Del Pozzo - affermano che si rischia di scivolare in posizioni di estrema destra. Per i conservatori, invece, i piani non sono sufficienti. Mentre i liberaldemocratici sostengono che il governo dovrebbe consentire ai richiedenti l’asilo di lavorare proprio per dare una spinta all’economia. Infine, le organizzazioni benefiche affermano che le nuove misure alimenteranno tensioni e razzismo, senza però snellire la burocrazia. Più di 100 organizzazioni hanno scritto direttamente al ministro degli Interni, sollecitando un ripensamento e sottolineando che le persone non scelgono il Regno Unito per le sue norme in materia di asilo, ma perché hanno dei legami familiari, perché parlano inglese. Quindi, un’attesa di venti anni lascerebbe i rifugiati in un limbo, ma non li scoraggerebbe a venire”.
SEIDISERA del 16.11.2025: Il giro di vite del Regno Unito sull’immigrazione, l’analisi di Loretta Dalpozzo
RSI Info 16.11.2025, 18:00
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