Le autorità portoghesi e tedesche hanno ripreso martedì le ricerche legate alla scomparsa di Madeleine McCann, la bambina britannica svanita nel nulla il 3 maggio 2007 mentre era in vacanza con la famiglia a Praia da Luz, nel sud del Portogallo.
L’operazione, che durerà fino a venerdì, si concentra in una zona rurale nei pressi di Lagos, in Algarve, e si svolgono su richiesta della procura di Braunschweig, in Germania.
Secondo quanto riferito dalla polizia portoghese, assieme agli inquirenti locali circa 25 investigatori tedeschi stanno partecipando all’operazione, che prevede anche l’uso di radar capaci di scansionare il terreno in profondità.
L’area oggetto delle ricerche include uno chalet frequentato all’epoca dal principale sospettato del rapimento e dell’omicidio di Madeleine.

L'area nei pressi di Lagos, nel sud del Portogallo
Il sospettato
Al centro delle indagini è un cittadino tedesco di 48 anni, attualmente in carcere in Germania per lo stupro di una 72enne americana avvenuto nel 2005, proprio a Praia da Luz. Non è mai stato incriminato per il caso McCann, ma dal 2020 la giustizia tedesca sostiene di avere “prove circostanziali” che lo collegano alla scomparsa della bambina.
All’epoca dei fatti viveva in un camper a poca distanza dall’appartamento dei McCann e un suo telefono risultò agganciato all’area di copertura telefonica della zona la sera della scomparsa.
L’uomo ha un lungo passato di reati sessuali, anche su minori, e ha vissuto oltre dieci anni in Algarve, svolgendo lavori saltuari e compiendo furtarelli in hotel e appartamenti turistici. Nel 2024 è stato assolto in Germania in un altro processo per violenze sessuali. Ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nella scomparsa di Madeleine McCann.
Il caso

I genitori Gerry e Kate e i due gemellini, Sean e Amelie, in uno scatto del 2007.
Maddie aveva tre anni ed era in vacanza con i genitori, il fratello e la sorella. Scomparve dalla camera da letto mentre i genitori cenavano con amici in un ristorante vicino. Nonostante le ricerche immediate e le prime indagini della polizia portoghese, della bambina non si trovò alcuna traccia.
Nel 2008, una segnalazione portò gli investigatori a perlustrare la diga di Arade, a Silves, nell’entroterra dell’Algarve. Si ipotizzava che il corpo potesse essere stato nascosto lì, ma le ricerche non portarono risultati concreti.
Per anni, il caso si è mosso attraverso una lunga serie di indagini internazionali, senza mai arrivare a una svolta definitiva. Solo nel 2020 la giustizia tedesca avanzò le prove ai danni del cittadino tedesco, imputandolo come principale sospettato.
Nel maggio 2023, sedici anni dopo i fatti, sempre su richiesta delle autorità tedesche, la polizia portoghese ha ripreso le ricerche proprio nella diga di Arade, con il supporto di esperti tedeschi e britannici. Anche in quell’occasione, però, le operazioni non hanno dato esiti utili.