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Rivoluzione all’ONU? Un bilancio prima della svolta

Dalla nascita all’evoluzione dell’organizzazione, fino alle sfide del presente con uno sguardo alle riforme strutturali in discussione

  • Oggi, 08:29
  • Oggi, 12:00
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La bandiera dell'ONU davanti alla sede di Ginevra

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Di: Tina Furger 

Negli ultimi giorni l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è tornata al centro del dibattito internazionale. Il motivo? È in corso la preparazione di una riforma strutturale che, se approvata, cambierà profondamente l’intera architettura dell’organizzazione.

Insomma, questa fase potrebbe rappresentare una svolta storica per le Nazioni Unite. Ma cos’è davvero l’ONU? Quando è nata? E cosa ha fatto in questi 80 anni di attività? Ripercorriamo in breve la sua storia per capirne meglio il ruolo nel mondo di oggi.

Dalle macerie della guerra a un’idea di cooperazione

L’ONU nacque nel 1945, alla fine della Seconda guerra mondiale, in un contesto segnato dalla necessità di ricostruire infrastrutture ma anche relazioni internazionali. L’obiettivo era ambizioso: creare uno spazio comune in cui poter discutere, collaborare e, soprattutto, prevenire nuove guerre.

Il 26 giugno di quell’anno, a San Francisco, 50 Stati firmarono la Carta delle Nazioni Unite. Il documento entrò in vigore il 24 ottobre, data che oggi viene ricordata come la Giornata dell’ONU. Per la sede principale fu scelta New York, ma l’organizzazione si sviluppò rapidamente su scala globale, con uffici e agenzie attive in tutto il mondo.

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Il Presidente degli Stati Uniti Harry Truman interviene alla Conferenza di San Francisco il 25 giugno 1945.

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I momenti chiave della storia dell’ONU

Pochi anni dopo la sua nascita, l’ONU dovette subito pronunciarsi su alcune delle questioni più complesse della politica internazionale. Nel 1947, l’organizzazione approvò uno dei suoi primi atti di rilievo: il piano per dividere la Palestina in due Stati, uno ebraico e uno arabo. La decisione, molto controversa, fu accolta con favore dalla leadership ebraica, ma respinta con forza da quella araba, che la considerava ingiusta e contraria al principio di autodeterminazione. Da lì iniziarono scontri e tensioni che portarono alla guerra del 1948, in seguito alla nascita dello Stato di Israele.

Sempre nel 1948, fu adottata la Dichiarazione universale dei diritti umani. Sebbene non avesse la forza vincolante di un trattato, la sua influenza nel tempo è stata profonda, tanto da diventare un pilastro per costituzioni e accordi internazionali.

Negli anni Cinquanta, l’ONU intervenne nella guerra di Corea, autorizzando una delle sue prime operazioni militari, mentre nel decennio seguente seguì da vicino il processo di decolonizzazione, con l’ingresso di molti nuovi Stati, soprattutto in Africa. Nelle fasi finali della Guerra fredda, fra il 1989 e il 1991, l’organizzazione internazionale aumentò il numero di missioni di pace e di iniziative legate allo sviluppo.

Nel 2000 arrivarono gli Obiettivi di sviluppo del millennio, seguiti nel 2015 dall’Agenda 2020 e dai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, che spaziavano dalla lotta alla povertà all’istruzione per tutti, dalla tutela dell’ambiente alla promozione dell’uguaglianza di genere.

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Cerimonia di apertura della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo il 23 marzo 1964 a Ginevra. I rappresentanti di 122 Paesi hanno partecipato alla prima conferenza sul commercio mondiale per discutere dell'ordine economico mondiale e dei problemi relativi ai mercati e al commercio internazionali.

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Come funziona

L’ONU conta attualmente 193 Stati membri, la maggior parte dei Paesi del mondo. Ogni Stato partecipa all’Assemblea generale, dove si discutono i grandi temi globali e si votano risoluzioni che hanno valore simbolico o politico, ma non giuridico.

Molto più delicato è il Consiglio di sicurezza. È l’organo esecutivo delle Nazioni Unite, che prende decisioni vincolanti, per esempio in caso di conflitti armati. È composto da 15 Paesi, di cui 5 – Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia - sono membri permanenti con diritto di veto. Questo sistema è stato spesso criticato perché può paralizzare l’azione dell’ONU anche di fronte a emergenze gravi.   

Accanto a questi organi, ci sono decine di agenzie specializzate, come l’Organizzazione mondiale della sanità, il Programma alimentare mondiale e l’UNICEF. Tutte lavorano su temi specifici, spesso con un ruolo molto concreto.

La Svizzera e l’ONU: il problema della neutralità

Anche se ospita da tempo alcuni degli uffici più importanti dell’ONU, come l’Ufficio delle nazioni unite a Ginevra e l’Alto commissariato per i rifugiati, la Svizzera è entrata ufficialmente a far parte dell’organizzazione solo nel 2002, dopo accesi dibattiti interni. I contrari temevano che l’adesione potesse compromettere la neutralità elvetica, uno dei principi cardine della politica estera del Paese, riconosciuta già nel 1815. I favorevoli, invece, ritenevano che far parte dell’ONU avrebbe permesso anche a un Paese di piccole dimensioni di partecipare attivamente alla scena internazionale, senza rinunciare alla propria neutralità. Alla fine, decise il popolo: il 54,6% degli elettori e 12 cantoni votarono a favore.

Da allora, la Svizzera ha assunto un ruolo sempre più attivo all’interno dell’organizzazione, soprattutto in ambito umanitario, ambientale e diplomatico. Nel 2022 è stata eletta per la prima volta membro non permanente del Consiglio di sicurezza per il biennio 2023-2024.

Anche questa scelta ha diviso l’opinione pubblica: circa un terzo del Consiglio nazionale non ha sostenuto la candidatura, temendo ripercussioni sulla neutralità. I sostenitori, invece, hanno sottolineato che la neutralità si applica solo in caso di conflitti armati e che il ruolo nel Consiglio non l’avrebbe intaccata. Per prepararsi a questo incarico, la Svizzera ha investito 24,5 milioni di franchi, e solo nel 2021 ha contribuito al bilancio ordinario dell’ONU con oltre 100 milioni di franchi.

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Manifesti pro e contro l'adesione della Svizzera all'ONU, in previsione della votazione popolare del 3 marzo 2002. Immagine di archivio

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Verso una riforma senza precedenti

Oggi, a quasi ottant’anni dalla sua fondazione, l’ONU si trova di fronte ad una trasformazione potenzialmente profonda della sua struttura.

Si tratta di un piano interno in fase di studio prevede la riorganizzazione dell’intero sistema delle Nazioni Unite attorno a quattro grandi aree operative: pace e sicurezza, affari umanitari, sviluppo sostenibile e diritti umani. L’obiettivo è superare le attuali frammentazioni, ridurre i costi e aumentare l’efficacia, in un contesto segnato da gravi difficoltà finanziarie e da crescenti critiche sulla lentezza burocratica dell’organizzazione.

Se attuata, questa riforma potrebbe cambiare radicalmente il volto dell’ONU, ridefinendone strumenti e priorità, così da poter affrontare con maggiore incisività - si sostiene nell’organizzazione - le sfide globali di oggi e di domani.

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Manifestano anche i dipendenti dell'ONU

SEIDISERA 01.05.2025, 18:00

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