La Corea del Sud ha annunciato lunedì un piano per risarcire i propri cittadini vittime del lavoro forzato in Giappone durante la guerra. La mossa promette di essere controversa a causa della mancanza di un coinvolgimento diretto del Giappone. Il ministro degli Esteri sudcoreano Park Jin ha dichiarato di "sperare che il Giappone risponda positivamente alla nostra importante decisione tramite contributi volontari da parte delle aziende giapponesi e fornendo scuse complete".
Lunedì il Governo giapponese ha immediatamente accolto con favore la mossa, affermando che il piano di Seul avrebbe contribuito a "ripristinare relazioni sane" tra i due Paesi. Tokyo, tuttavia, non ha ribadito le sue scuse per i maltrattamenti subiti dai coreani durante l'occupazione.
Inoltre, l'annuncio ha provocato dure critiche da parte dei gruppi di vittime (o di loro eredi) degli occupanti nipponici e dell'opposizione sudcoreana, che hanno accusato l'Esecutivo di capitolare di fronte a Tokyo. Manifestazioni di protesta spontanee si sono svolte a Seul, sia davanti alla sede del Ministero degli Esteri, sia al monumento che ricorda le vittime dei lavori forzati, fin dalle prime ore del mattino.
La Corea del Sud e il Giappone sono importanti alleati degli Stati Uniti nella regione, ma i loro legami bilaterali sono stati a lungo assai tesi a causa del brutale dominio coloniale giapponese imposto alla Corea tra il 1910 e il 1945. Secondo i dati forniti da Seul circa 780'000 cittadini coreani sono stati sottoposti a lavori forzati durante i 35 anni d'occupazione nipponica, senza contare le migliaia di donne costrette alla schiavitù sessuale dalle truppe giapponesi.
Notiziario 06.00 del 06-03-2023
RSI Info 06.03.2023, 07:04
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