Voto più incerto e complicato che mai in Spagna, non si sa fino a che punto condizionato dal terremoto Brexit, con un nuovo forte rischio di ingovernabilità da lunedì. Gli spagnoli tornano alle urne domenica appena sei mesi dopo le precedenti politiche del 20 dicembre, che hanno eletto un parlamento frammentato e ingestibile con l'irruzione di più di 100 deputati dei due partiti emergenti Podemos e Ciudadanos. I seggi sono aperti fino alle 20.00, le 21.00 alle Canarie.
L'impossibilità di trovare una maggioranza per un nuovo governo costringe il paese a un secondo turno, sperando che fra qualche settimana non sia necessario un terzo, dopo 40 anni di tranquilla stabilità all'ombra del bipartitismo PP-PSOE, ora esploso. Il partito post-indignado di Pablo Iglesias questa volta punta alla guida del governo di Madrid.
Ma sul voto degli spagnoli ora planano due grandi incognite. Da che parte si porterà il 20% circa di elettori ancora indecisi, e che impatto avrà il cataclisma Brexit, che ha messo l'Europa ko, innescando timori quasi apocalittici per l'UE? Infine, le ultime battute della campagna sono state condizionate da un "tutti contro Podemos": cavalcando l'emozione suscitata dall' uscita di Londra dall'UE, "PP, PSOE e Ciudadanos", titola El Mundo, "hanno caricato contro Podemos", accusato di essere anti- euro, in base a precedenti dichiarazioni di Iglesias, populista come gli euroscettici inglesi, e di volere spaccare la Spagna, come ha fatto il Regno Unito con l'UE, con un referendum sull'indipendenza della Catalogna.
ANSA/sdr
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