Roger Stone, ex consigliere di lunga data di Donald Trump, venerdì è stato dichiarato colpevole dal Tribunale federale di Washington per aver mentito al Congresso e corrotto testimoni nelle indagini sulle interferenze russe alle elezioni americane del 2016, il cosiddetto Russiagate.
Il consulente, arrestato in Florida a gennaio 2019 e rilasciato subito dopo su cauzione, è entrato da subito nell'ampia inchiesta svolta dal procuratore speciale Robert Mueller impegnato ad indagare sui suoi contatti con Wikileaks per tentare di avere materiale contro gli avversari del tycoon nel 2016.
Il prossimo 6 febbraio Stone saprà quale sarà la sua pena, la sentenza in sostanza, che potrebbe arrivare a 20 anni di carcere aver mentito al Congresso sui suoi contatti con l'organizzazione Wikileaks sulle e-mail democratiche hackerate durante le elezioni presidenziali del 2016 alla deputata democratica Hillary Clinton. Lui ha respinto ogni addebito, sostenendo che le accuse hanno un fondo politico ma la pubblica accusa ha dimostrato che ha mentito ed ha intimidito i testimoni per proteggere Trump dall'imbarazzo di questa vicenda. L'inquilino della Casa Bianca, dal canto suo, ha reagito a questa notizia denunciando un sistema "che usa due pesi e due misure mai visti negli Stati Uniti".