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Trump minaccia Maduro, che evoca volontà colonialiste

Il presidente americano afferma alla CBS che i giorni dell’omologo di Caracas sono contati mentre quest’ultimo chiede aiuto a Mosca e chiama a raccolta il popolo - Opposizione pronta per la “liberazione” del Paese

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Radiogiornale 07.00 del 03.11.2025 - La corrispondenza di Maria Zuppello

RSI Info 03.11.2025, 07:07

  • Keystone
Di: AFP/Radiogiornale-M. Zuppello/EnCa 

Il presidente statunitense Donald Trump ritiene che i giorni di Nicolás Maduro alla presidenza del Venezuela siano contati, ha dichiarato domenica alla rete televisiva americana CBS. Allo stesso tempo, ha minimizzato l’ipotesi di una guerra contro il Paese sudamericano.

Alla domanda se i giorni di Maduro alla guida del Venezuela fossero contati Trump ha risposto: “Direi di sì. Penso di sì”. Interrogato anche sulla possibilità che gli Stati Uniti entrino in guerra con il Venezuela ha invece espresso dubbi, limitandosi a precisare: “Ne dubito. Non credo”.

Tuttavia, secondo fonti di stampa americane, l’amministrazione Trump sarebbe pronta a colpire obiettivi militari all’interno del Paese sudamericano. Gli attacchi sarebbero mirati a distruggere le installazioni utilizzate dal cosiddetto Cartello dei Soli, la rete di narcotraffico che Washington ritiene sia guidata proprio dal presidente venezuelano Nicolas Maduro e dai generali del suo governo.

E se l’inquilino della Casa Bianca dice di non credere in un’entrata in guerra con Caracas, è d’altronde vero che ben il 10% di tutte le risorse navali statunitensi sono attualmente schierate nell’area caraibica vicino al Venezuela. È infatti in arrivo la portaerei nucleare USS Gerald Ford e ben 180 missili Tomahawk saranno dispiegati nei prossimi giorni nella regione.

Va ricordato che si tratta di un “arsenale” che Washington ha schierato solo in campagne militari di peso, come fu il caso della Guerra del Golfo e nel conflitto nell’ex Jugoslavia negli anni ’90.

Maduro si prepara intanto al confronto chiedendo armi e aiuti alla Russia e, stando al Washington Post, pure a Cina e Iran. Intanto, in diretta tv ha spiegato il motivo per cui a suo avviso si è arrivati a questa situazione. “Non è per Maduro, non è per il Venezuela. È un progetto per colonizzarci ancora una volta, per dominarci e saccheggiarci e distruggere il nostro diritto al futuro”, ha detto il capo di Stato venezuelano.

Dal canto suo, l’opposizione venezuelana con la sua leader Maria Corina Machado ha affermato domenica di appoggiare totalmente la strategia attuata dal presidente Trump: “Stiamo lottando da 26 anni per liberare il nostro Paese”, ha spiegato la Machado. “Si tratta di salvare milioni di vite e trasformare il Venezuela dal centro criminale delle Americhe al cuore pulsante della regione”, ha rimarcato.

La campagna aerea americana condotta dall’inizio di settembre nei Caraibi contro imbarcazioni presentate da Washington come appartenenti a trafficanti di droga ha fatto salire la tensione nella regione, non solo con il Venezuela. Ha infatti indotto altri Paesi come Trinidad e Tobago ad attivare lo stato di allerta. Le sedici incursioni compiute finora hanno provocato almeno 65 morti.

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