Sono passati più di due mesi dall’entrata in vigore del cessate il fuoco nella Strisca di Gaza ma, le sofferenze della popolazione palestinese sono alleviate solo in parte. Come emerge anche dalla testimonianza, rilasciata al Telegiornale della RSI, da Giorgio Monti, medico coordinatore di Emergency, appena rientrato da Gaza.
Le Nazioni Unite dicono che la situazione umanitaria è ancora catastrofica per una parte della popolazione. È così?
“È vero. La situazione è catastrofica. Due piccoli esempi: l’80-85% delle case è inagibili. La gente vive in attendamenti che non sono campi profughi (questi ultimi sono organizzati), sono attendamenti fatti di pali, di teli, di teli cerati. E adesso sta arrivando l’inverno - spiega Giorgio Monti -. Da 15 giorni sono cominciate le piogge. Lì è una zona di mare, quindi le piogge sono torrenziali. Il vento è molto forte, il vento scoperchia le tende, l’acqua si infiltra, bagna i materassi. Le persone non hanno possibilità di lavarsi. Il 60% delle donne non ha la possibilità di avere assorbenti per il ciclo. Manca la dignità, manca la dignità di tutti i giorni. Non si può accendere un fuoco... perché le tende sono fatte con le tele cerate, non c’è possibilità di cucinare, di lavarsi. Questo è la quotidianità. Questo poi diventa, per un medico, fonte di lavoro, ahimè, perché sono aumentate le gastroenteriti, sono aumentate le epatiti A: sono legate alla contaminazione dell’acqua che non solo è diventata difficile da trovare, è diventata addirittura infetta”.
Negli ultimi giorni si è parlato di casi di ipotermia, di bambini morti per il freddo. Ce lo può confermare?
“Sì. Se esiste la tragedia della tragedia, non c’è limite a questa tristezza. Due neonati, due bambini piccoli, una bambina di otto mesi, sono morti di ipotermia. L’anno scorso ne sono morti 15 in tutto l’inverno. Sono numeri terribili, legati anche al fatto che, secondo un rapporto dell’UNICEF della settimana scorsa, il numero dei prematuri e dei pretermine è raddoppiato nella Striscia di Gaza. Perché le mamme hanno dovuto portare a termine gravidanze in condizioni di malnutrizione. Questo lo abbiamo certificato anche noi, perché anche noi seguiamo le donne malnutrite, quindi questi bambini sono particolarmente vulnerabili, particolarmente suscettibili a ipotermia, perché non riescono ancora a mantenere calore come l’adulto, malgrado si cerchi di infagottarli, di tenerli addosso per scambiare il calore, a volte non è sufficiente, muoiono”.
Cosa ci può dire degli aiuti umanitari? Ne entrano abbastanza?
“Pensate che con le piogge dell’ultima settimana, un rapporto dell’ONU dice che sono state distrutte 125’000 tende. Quando io sono uscito due giorni fa, ho visto le tende stoccate al confine. Quindi ci sarebbero, ci sarebbero le tende, ci sarebbero coperte, ci sarebbe però bisogno di farle entrare, di dare protezione a queste persone che stanno affrontando l’inverno. Purtroppo la quantità di “aiuti” (lo diciamo tra molte virgolette) che entrano è altamente e abbondantemente insufficiente”.











