Oltre la notizia

USA, Trump e le bombe contro i presunti narco-battelli

Stanno facendo discutere le operazioni militari contro sospetti trafficanti, condotte in acque internazionali al largo delle coste del Sud America - C’è chi parla di azioni extragiudiziali come ai tempi della guerra al terrorismo

  • 17 settembre, 05:42
  • 17 settembre, 10:41
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Bombardamento statunitense contro un battello con a bordo presunti trafficanti di droga

RSI Info 16.09.2025, 22:57

Di: Ludovico Camposampiero/SEIDISERA-M.Volontè-A.Vosti 

Stanno facendo sempre più discutere le decisioni del presidente statunitense Donald Trump di bombardare imbarcazioni al largo delle coste sudamericane, in acque internazionali, sospettate di trasportare stupefacenti destinati al mercato statunitense. Una prova di forza che, nelle Americhe, non lascia indifferenti.

Due bombardamenti a poche settimane di distanza

Il secondo bombardamento si è verificato lunedì: l’esercito statunitense ha preso di mira un’imbarcazione con a bordo presunti narcotrafficanti mentre si trovava in acque internazionali, vicino al Sud America. Lo ha riferito lo stesso presidente Donald Trump, sul suo social media Truth, affermando che sono state uccise tre persone a bordo di una nave che trasportava “narcotici illegali” dal Venezuela verso gli Stati Uniti. Su X, il profilo ufficiale della Casa Bianca ha ribadito quanto successo, postando un video che mostra il bombardamento che, stando ai media statunitensi, ha causato la morte di tre persone.

“Su miei ordini, le forze militari hanno effettuato un attacco contro cartelli del narcotraffico e narcoterroristi identificati nell’area di responsabilità del Comando Sud”, ha dichiarato Trump. Secondo il presidente, i tre uomini uccisi rappresentavano “una minaccia per la sicurezza nazionale, la politica estera e gli interessi vitali degli Stati Uniti”.

L’azione militare arriva a meno di due settimane da un precedente attacco, in cui l’esercito americano aveva ucciso 11 persone, presumibilmente legate alla gang venezuelana Tren de Aragua. In quell’occasione, l’amministrazione Trump aveva fornito pochi dettagli sull’operazione.

Tren de Aragua è una gang nata in un carcere venezuelano, è diventata un’organizzazione criminale multinazionale. Dalla prigione di Tocorón, dove controllava varie attività, si è espansa all’estero sfruttando l’emigrazione venezuelana. La gang è accusata di omicidi e rapimenti in Sudamerica e USA. Tra i crimini più noti, l’uccisione dell’ex ufficiale Ronald Ojeda in Cile nel 2024 e attacchi contro poliziotti a New York e in Florida. L’amministrazione Biden ha designato Tren de Aragua come organizzazione criminale transnazionale nel 2023 e come organizzazione terroristica straniera nel 2024. Trump punta ora a espellere i membri della gang dagli Stati Uniti.

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  • Keystone

Crescenti tensioni con il Venezuela

Il nuovo attacco si inserisce in un contesto di crescenti tensioni con il Venezuela. Gli Stati Uniti hanno recentemente dispiegato risorse militari nella regione.

Il ministro degli Esteri venezuelano Yván Gil ha dichiarato che il suo Paese “non scommette sul conflitto” con gli USA. In un’intervista concessa alla CNN ha aggiunto: “È totalmente falso che lo Stato venezuelano o i suoi leader abbiano anche la minima relazione con il traffico di droga,” attribuendo queste accuse a gruppi politici negli Stati Uniti che cercano di mettere pressione sul governo di Maduro.

Dubbi sulla legittimità dei bombardamenti

Alcuni osservatori hanno sollevato dubbi sulla legittimità di queste azioni. Il senatore Jack Reed, membro della Commissione Servizi Armati, ha affermato: “Non ci sono prove che questo attacco sia stato condotto per legittima difesa. Secondo la legge, l’esercito non ha l’autorità di usare forza letale contro un’imbarcazione civile a meno che non agisca per autodifesa”, ha affermato Reed, secondo quanto riporta la CNN.

Il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha difeso, per parte sua, l’operazione, sostenendo che gli USA avevano “l’autorità assoluta” per condurla. “Sapevamo esattamente chi fossero, cosa stessero facendo e perché andassero dove stavano andando”, ha dichiarato ai giornalisti.

Sia Hegseth che il segretario di Stato Marco Rubio hanno lasciato intendere che potrebbero esserci altre azioni simili in futuro. Rubio ha affermato che gli Stati Uniti “combatteranno contro i cartelli della droga che stanno inondando le strade americane e uccidendo gli americani”.

Resta da capire se e come queste operazioni influenzeranno le relazioni tra Stati Uniti e Venezuela, in un momento di rinnovate tensioni tra i due Paesi.

“L’Amministrazione Trump vuole colpire chiunque e ovunque”

“La nuova guerra alla droga degli Stati Uniti passa attraverso un massiccio dispiegamento di forze militari nei Caraibi, lungo le principali rotte del narcotraffico. L’amministrazione Trump ha schierato almeno dieci caccia a Porto Rico, territorio incorporato degli USA, oltre a sette navi da guerra e circa 4’000 militari nella regione”, ha ricordato, intervenendo a SEIDISERA, il nostro corrispondente negli USA Andrea Vosti. In merito alla legalità di questi bombardamenti, ha aggiunto che: “Sembra evidente che operazioni simili sono a tutti gli effetti delle esecuzioni extragiudiziali, quindi contrarie al diritto internazionale, anche perché effettuate in assenza di un qualsivoglia quadro legale, che sia un’autorizzazione del Congresso oppure un mandato delle Nazioni Unite. Di fatto, dunque, l’amministrazione Trump si riserva il diritto di poter colpire chiunque è ovunque, un po’ come avveniva ai tempi della guerra globale contro il terrorismo”.

07:25

Gli USA e la guerra al narcotraffico

SEIDISERA 16.09.2025, 18:00

Il criminologo: “Contro i narcos servono alternative economiche per i coltivatori”

Sul fenomeno del traffico di cocaina dal Sud America, è intervenuto a SEIDISERA il criminologo Vincenzo Musacchio. Lo studioso ha spiegato che in Venezuela operano due gruppi criminali legati al narcotraffico: il Tren de Aragua e il Cartello dei Soli, con collegamenti ai cartelli messicani e colombiani. Le principali rotte del narcotraffico verso Europa e USA partono da Ecuador, Brasile e Africa, utilizzando anche tecnologie come mini-sommergibili senza pilota, ha aggiunto.

I principali porti di arrivo in Europa sono in Portogallo, Spagna, Olanda, Belgio e Germania, dove opera la criminalità organizzata locale. La cocaina è la droga più trafficata, ma aumentano anche le droghe sintetiche come il fentanyl, prodotte in collaborazione tra triadi cinesi e cartelli messicani, spiega Musacchio. Per contrastare il traffico, oltre alla repressione, sostiene che serva prevenzione, offrendo alternative economiche alle coltivazioni di coca e migliorando la collaborazione internazionale tra forze dell’ordine.

17:13

Onda bianca. La cocaina travolge l’Europa

Falò 08.10.2024, 21:10

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