Natura e Animali

I topi prestano i primi soccorsi ai propri simili

Una nuova ricerca ha descritto per la prima volta quello che a tutti gli effetti sembra un protocollo di rianimazione

  • 30 maggio, 16:36
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  • IMAGO/Depositphotos
Di: red. giardino di Albert/Christian Bernasconi 

Nel regno animale, i comportamenti sociali, cioè quelli compiuti da un animale a favore di uno o più individui dello stesso gruppo, non sono occasionali, ma si osservano in diverse specie.

Si tratta di comportamenti più o meno complessi che presentano gradi di socialità variabili. Dalle specie gregarie i cui rappresentanti vivono assieme ad esempio per beneficiare dell’effetto difensivo del gruppo, si arriva fino alle specie cosiddette eusociali, cioè quelle che mostrano i livelli di socialità più elaborati.

Di quest’ultimo gruppo fanno ad esempio parte api, vespe e formiche, che mostrano una chiara divisione del lavoro in seno alla colonia, una spiccata cura della prole e una suddivisione dei compiti riproduttivi. Nel nido vivono individui che si riproducono, assieme ad altri totalmente sterili, che svolgono altre mansioni.

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Il valore evolutivo dell’aiuto reciproco

Alphaville 20.05.2025, 11:35

  • Keystone
  • Marco Pagani e Alessandra Bonzi

I comportamenti osservati finora negli imenotteri sociali lasciano di stucco. Di recente, uno studio ha messo in evidenza che le operaie della formica Camponotus floridanus identificano e aiutano le compagne ferite. A seconda dei casi, decidono se curarle tramite un’attenta pulizia o procedere con l’amputazione della zampa ferita. Un meccanismo che è stato interpretato come un modo di salvare la vita alle proprie compagne, evitando il propagarsi di infezioni.

Gli esempi di animali che si prodigano per aiutare i propri simili sono molti e comprendono ad esempio i delfini e gli scimpanzé. Ad una lista già ben fornita si sono ora aggiunti anche i topi. In una ricerca pubblicata su Science, gli scienziati hanno messo in evidenza che quando si trovano di fronte a un compagno in stato di incoscienza, lo annusano, lo toccano e gli tirano fuori la lingua dalla bocca, un po’ come se stessero cercando praticare una vera e propria rianimazione. Un risultato sorprendente e decisamente inaspettato.

Il team della University of South California che ha condotto lo studio, ha deciso di mettere alla prova i topi in laboratorio, così da poterli studiare con più efficacia e meglio interpretare un tale comportamento. Per farlo hanno impiegato topi svegli e altri anestetizzati. Durante l’esperimento un topo sveglio è stato messo nella stessa arena di un topo addormentato per filmarne la reazione.

I risultati indicano che gli animali applicano un vero e proprio protocollo quando incontrano un altro topo in difficoltà: prima annusano e “accarezzano”, quando poi si accorgono che il topo anestetizzato non reagisce, iniziano a mordicchiarlo e addirittura a tirargli fuori la lingua per impedirgli di soffocare.

Lo studio ha inoltre messo in evidenza che più i topi si conoscevano l’un l’altro (parenti o conoscenti), più intenso era lo sforzo di rianimazione da parte del soccorritore. I ricercatori si sono spinti oltre. Quando ai topi privi di sensi è stata depositata una piccola pallina in gola, i tentativi di rimuovere tale oggetto da parte dei compagni hanno funzionato nell’80% delle volte.

Ciò che sorprende in questo esperimento è che il comportamento di salvataggio dei topi è davvero efficace, perché gli animali curati dai loro compagni si risvegliano in maniera significativamente più rapida rispetto ai topi lasciati soli e senza cure.

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  • Immagine tratta dalla rivista Science - pubblicazione di Sun et al, 2025

Secondo gli autori, questi lavori dimostrano che gli animali sociali hanno una tendenza innata ad aiutare i loro simili se li vedono in difficoltà, un modo di procedere che promuove non solo la sopravvivenza del gruppo, ma anche la sua coesione.

La ricerca è parte di un lavoro più vasto che ha generato altre pubblicazioni sempre su Science, tra cui ad esempio una che descrive il meccanismo neuronale alla base di tali comportamenti di salvataggio. Risultati che ovviamente stimolano nuove domande e ricerche sulla cognizione animale e sull’evoluzione dell’assistenza reciproca nel regno animale non umano.

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