Ambiente

Una nuova specie di geco ricorda un quadro di Van Gogh

Si chiama Cnemaspis vangoghi, in onore del pittore olandese. Anche nella Giornata mondiale della biodiversità, la natura non smette di sorprenderci 

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Di: red. giardino di Albert/Christian Bernasconi 

Cos’è la Biodiversità? A usare questa parola, fu per primo il biologo Edward O. Wilson, scomparso nel 2021, specialista di formiche e sociobiologia, che fornì pure la definizione più famosa del concetto.

Nel 1986 usò per la prima volta il termine biodiversità e la descrisse come: “la varietà delle specie viventi, animali e vegetali, che si trovano sul nostro pianeta”. Una definizione comprensibile a tutti. Già nella semplicità delle parole utilizzate si capisce quanto sia importante tutelare la biodiversità.

La definizione adottata oggi a livello internazionale è quella proposta dall’ONU che integra anche la diversità degli ambienti che ospitano la vita e la diversità genetica all’interno della stessa specie. Questo allargamento dei termini ci fa intuire come il mondo vivente che ci circonda, e che ci include, sia collegato in un unico sistema complesso: animali, piante, funghi, batteri e ambiente sono interdipendenti e l’esistenza di ognuno dipende più o meno strettamente da quella degli altri.

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Istituita dalle Nazioni Unite nel 2000 e celebrata ogni 22 maggio, la Giornata Mondiale della Biodiversità ha lo scopo di aumentare la comprensione e la consapevolezza dei problemi della biodiversità e di ricordare l’adozione del testo della Convenzione sulla diversità biologica adottata a Nairobi il 22 maggio 1992 e firmata a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992.

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Il concetto di biodiversità comprende la diversità di specie, di ambienti e la variabilità genetica all'interno di una specie

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Di quanto questa diversità sia importante, utile per la nostra sopravvivenza o di come riesca a ispirare nuove soluzioni tecnologiche, abbiamo parlato in diverse occasioni tramite i nostri canali Tv, radio e web. E continueremo a farlo.

In una giornata che vuole celebrare e sottolineare il valore della varietà della vita sulla Terra, è buona cosa semplicemente ribadire un concetto semplice, ma essenziale: la biodiversità è anche sinonimo di bellezza. E di questi tempi, sappiamo quanto sia prezioso avere un po’ di armonia e meraviglia attorno a noi. D’accordo, non tutti riusciranno ad emozionarsi davanti ad un ragno, a una formica o a un serpente (tutto è relativo dico io), ma la bellezza va anche cercata in quello che si palesa davanti ai nostri occhi, un po’ come quando si visita una mostra d’arte.

Sebbene il Pianeta Terra sia stato esplorato in lungo e in largo da numerose spedizioni scientifiche, fortunatamente la Natura non smette di regalare sorprese.

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La nuova specie di geco ricorda il quadro di Van Gogh

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Nel 2024, in India è stata descritta una nuova e particolare specie di geco, la cui colorazione sul dorso dei maschi ricorda la celebre Notte stellata di Van Gogh. Il suo nome è evocativo, dal momento che è stata battezzata Cnemaspis vangoghi, proprio in onore dell’opera d’arte realizzata nel 1889.

Questo piccolo rettile è stato osservato la prima volta durante una spedizione tra le foreste dei monti Ghati, condotta nel 2022. Il gruppo di ricerca si è imbattuto nella nuova specie di geco – trovato tra cespugli e rocce – e lo ha poi descritto sulla rivista ZooKeys nel marzo del 2024.

Si tratta di un animale minuto, solo 3-4 centimetri di lunghezza, e non è l’unico al mondo a ricordare la notte stellata del celebre pittore olandese. Di questo ristrettissimo gruppo fa parte anche il rospo arlecchino (Atelopus arsyecue), una specie sudamericana scoperta nel 1994 e purtroppo a rischio di estinzione.

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La notte stellata di Vincent van Gogh, 1889

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Al di là del valore della scoperta, che ha portato alla descrizione di un animale finora sconosciuto, il risultato che ha fatto il giro del mondo sul web, sottolinea quanto la Terra sia fonte di meraviglia. Una bellezza che rappresenta uno degli strumenti necessari per trattare con cura il nostro Pianeta.

Sì perché per citare il celebre saggista e filosofo statunitense James Hillman: “quando vediamo bellezza in qualcosa ce ne innamoriamo, mentre quando perdiamo il senso di bellezza ce ne disamoriamo. Se vogliamo preservare il pianeta, dobbiamo vedere la sua bellezza.”

Un concetto fondamentale in un momento storico come questo, caratterizzato da un costante e importante declino della diversità di vita sulla Terra. Ben vengano quindi le ricerche che permettono di scoprire nuove affascinanti specie, o mettere in risalto le incredibili qualità di altre!

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  • Enrico Bianda
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