Natura e Animali

I muschi, incompresi promotori di vita

La Svizzera con la sua varietà di ambienti può vantare una grande diversità di “briofite”, nel nostro Paese se ne contano oltre 1’100 specie 

  • 29 maggio, 21:25
  • 29 maggio, 21:25
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Sua maestà il muschio

RSI Altri Programmi 28.05.2025, 22:01

  • ©ARTE France - Zadig Productions
Di: red. giardino di Albert/Davide Conconi 

Scacciati a colpi di idropulitrice e sarchiatore, dimenticati, sconosciuti e in alcuni casi addirittura odiati, i muschi subiscono da parte nostra un trattamento perlomeno irriconoscente. Infatti, le briofite, questo il loro nome tecnico, posseggono il primato, fra i vegetali, della conquista della terraferma, che ha spianato la strada ai vegetali superiori e all’esplosione di diversità della vita animale. Non proprio poca cosa. Eppure, il nostro conduttore Christian Bernasconi (nel documentario correlato all’articolo) deve assumere un piglio quasi da televendita, per attirare la nostra attenzione su questo vegetale, per farcelo amare. Ai più i muschi richiamano alla mente prati degradati oppure pavimentazioni, muri e palizzate in preda all’incuria. Osservandoli da più vicino, dal punto di vista scientifico, invece, ci svelano un micromondo straordinario e affascinante.

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Lo sporofito dei muschi è formato da un filamento terminante con una capsula contenente spore.

  • IMAGO / Cavan Images

Conquistatori della terraferma

Le briofite hanno iniziato a colonizzare la terraferma più di 450 milioni di anni fa. Con i muschi è apparso sul nostro globo terracqueo un modello di essere vivente molto efficace e resiliente; infatti, ancora oggi esistono specie di muschi molto antiche, evolutivamente parlando, mentre altri lignaggi evolutivi sono riusciti a diversificarsi notevolmente. I muschi non hanno strutture di sostegno e non posseggono un vero e proprio sistema vascolare che trasporti acqua ed elementi nutritivi. L’assorbimento dei liquidi e il loro trasporto, perciò avviene per capillarità. Per questa ragione i muschi sono obbligati dalle leggi fisiche vigenti sul nostro pianeta a rimanere di piccola taglia. Nonostante i limiti imposti dalla loro struttura semplice, i muschi hanno colonizzato una grande varietà di habitat terrestri e acquatici, salvo mari e oceani, di tutto il mondo, arrivando fino in Antartide.

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I muschi proteggono il suolo a favore di altri organismi

  • IMAGO / Zoonar

Organismi pionieri capaci di avviare la formazione del suolo

I muschi sono legati alla presenza di acqua e umidità, almeno per un periodo minimo all’anno. Per questo sono spesso associati agli spazi umidi e ombreggiati, invece, molte specie resistono in ambienti fortemente illuminati, caratterizzati da alte temperature e siccità estrema. Questa capacità d’adattamento fa sì che questi vegetali siano in grado di colonizzare la roccia nuda. Aggrappati al substrato roccioso, sono capaci di disgregarlo superficialmente ed avviare il processo di formazione del suolo, facendo da apripista alla colonizzazione da parte di altri vegetali. Per questo i muschi, con i licheni, sono considerati organismi pionieri.

Una straordinaria ricchezza in Svizzera

Sono circa 20’000 le specie di briofite, in senso lato, presenti sul nostro pianeta, di cui 1’937 vivono in Europa. Secondo la Lista Rossa delle Briofite edita dall’Ufficio federale dell’ambiente nel 2023, in Svizzera possiamo contare su 1153 specie, cioè il 60% della flora briofitica di tutto il continente. Una ricchezza straordinaria che si spiega con la varietà di habitat e di condizioni ambientali presenti, ma dovuta anche al fatto che la Svizzera costituisce un anello di congiunzione biologico ed ecologico fra l’Europa centrale e l’area mediterranea. Secondo la stessa Lista Rossa, in pratica, solo la metà delle specie non è gravata da qualche minaccia sulla sua esistenza. Nel nostro Paese, il cambiamento climatico rappresenta la minaccia più consistente per molte specie di muschi. In particolare, l’aumento della frequenza dei periodi di siccità, le temperature più elevate e la diminuzione della copertura nevosa rappresenta sono le criticità peggiori. Al secondo posto troviamo l’agricoltura con l’intensificazione delle sue pratiche e, paradossalmente, con l’abbandono di superfici agricole e il passaggio ad incolto. 

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Muschio colonizza una parete del centro storico di Lisbona

  • IMAGO / Zoonar

I muschi vivono in città e ci fanno bene

Anche lo sviluppo degli insediamenti è una delle minacce che pesa sulla diversità dei muschi in Svizzera. L’aumento delle aree residenziali e commerciali e l’incremento delle infrastrutture per lo sport e il tempo libero minano l’esistenza di molte specie. Tuttavia, altre, più adattabili, riescono a sfruttare muri, tetti, parchi e vie di comunicazione come habitat sostitutivi di quelli naturali. E i muschi che crescono in ambiente urbano partecipano a più livelli a rendere la città più vivibile e sana. Innanzitutto, catturando le polveri fini migliorano la qualità dell’aria e favoriscono la buona salute delle vie respiratorie degli abitanti. Poi, la capacità dei muschi di trattenere molta acqua, favorisce la regolazione del clima in città, rendendolo più piacevole. 

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Lo sfagno è il muschio della torba, con la sua crescita continua forma grossi accumuli di materia organica, funzionando da trappola per il CO2

  • IMAGO / imagebroker

Una specie di muschio candidato a rendere abitabile Marte

La ricerca di un Piano B, per permettere all’umanità di continuare la sua evoluzione, in previsione di un’eventuale inabitabilità naturale o provocata del pianeta Terra, ha portato scienziate e scienziati cinesi a testare le capacità di resistenza alle condizioni marziane proprio di una specie particolare di muschio. L’articolo pubblicato su The Innovation riporta i risultati della ricerca di Li Xiaoshuang e altri. In estrema sintesi il gruppo di ricerca dell’Istituto di ecologia e geografia di Xinjiang, facente capo all’Accademia cinese delle scienze, ha testato le capacità di rigenerazione del muschio Syntrichia caninervis dopo averlo sottoposto alle condizioni ambientali estreme di Marte: bassissime temperature, altissima concentrazione di anidride carbonica ed esposizione alle radiazioni gamma. L’elevato tasso di rigenerazione, dopo i cicli di sperimentazione nel simulatore di clima marziano che avrebbero ucciso praticamente qualsiasi essere vivente sulla Terra, ha permesso ai ricercatori di concludere che questo muschio largamente diffuso sul globo nei territori più estremi (tra cui Tibet e Antartide) sarebbe un candidato promettente per la colonizzazione di Marte. La strada per portare nuova (ammesso che ci sia mai stata) vita su Marte ci sembra ancora lunghissima. Ma, semmai ci sarà una navicella che partirà in direzione del Pianeta Rosso, Syntrichia caninervis è per ora l’unico essere vivente sul nostro pianeta ad essersi guadagnato sul campo il biglietto di sola andata, con qualche remota possibilità poi di sopravvivere sul pianeta di destinazione... 

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Li Xiaoshuang (a sinistra) mostra un campione di Syntrichia caninervis a una studentessa

  • IMAGO / Xinhua

Chi non ha l’intenzione di fermarsi all’idropulitrice, nell’affrontare l’affascinante mondo dei muschi e vuole saperne di più, può certamente fare capo al Museo cantonale di storia naturale che organizza regolarmente incontri e formazioni.

A livello nazionale è attivo un portale di informazione sulle briofite della  Svizzera, Swissbryophytes.ch, che al tempo stesso è centro nazionale sui dati di diffusione e conservazione dei muschi e aggregatore delle informazioni disponibili sulla flora briofitica elvetica.

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