Fin dall’antichità la rondine comune (Hirundo rustica) affascina l’uomo, e la sua presenza da assoluta protagonista in leggende, tradizioni popolari e modi di dire ne è la prova. Il primo apprezzabile contributo allo studio del passeriforme lo dobbiamo ad Aristotele, che nella sua “Storia degli animali”, accanto a cognizioni precise su regioni di nidificazione e svernamento, abbozza teorie fantasiose sui meccanismi legati alle migrazioni, come la teoria della trasformazione, secondo cui le rondini nei mesi invernali si trasformerebbero in rane, a spiegazione del fatto che il filosofo riuscisse ad avvistarle nel suo giardino solo in alcuni periodi dell’anno. Molto più tardi, ci fu persino chi concepì una teoria dell’ibernazione, che sosteneva l’ipotesi secondo cui le rondini, durante l’inverno, si ibernassero nel fango delle paludi.
Rondine, rondone o balestruccio?
RSI Naturalmente 30.04.2025, 17:48
Oggi sappiamo naturalmente che non è così, ma il fenomeno migratorio di quest’uccello simbolo della primavera continua ad affascinarci. Una fascinazione che ha spinto la ricercatrice Chiara Scandolara, ormai quindici anni fa, a compiere un primo importante studio sulla popolazione di rondini del Ticino. Grazie a speciali geolocalizzatori applicati su alcuni esemplari, è stato possibile dimostrare che le rondini ogni anno compiono un impressionante viaggio migratorio, percorrendo oltre 5.500 chilometri per raggiungere l’Africa equatoriale. Alcuni esemplari particolarmente audaci arrivano a superare i 9.000 chilometri, attraversando l’intero continente africano fino a raggiungere il Sudafrica. Uno studio che il giardino di Albert, a suo tempo, ha documentato in un due contributi televisivi.

La rotta delle rondini (1/2)
RSI Info 04.11.2012, 18:00
È per aggiornare il censimento effettuato in occasione di questo primo studio che la ricercatrice Chiara Scandolara è tornata al lavoro in queste settimane, grazie un progetto transfrontaliero realizzato congiuntamente da tre enti: l’associazione Ficedula, la Fondazione Bolle di Magadino e la Fondazione del Parco del Piano di Magadino.
“Rispetto a quindici anni fa, quando abbiamo rilevato circa 300 coppie nidificanti, sono cambiate molte cose – dichiara Chiara Scandolara ai microfoni di Alphaville a Rete Due – l’agricoltura sul territorio si è trasformata, e con lei anche i suoi spazi”. Un fatto non di poco conto, visto che circa l’80% delle rondini nidifica in stalle e scuderie. “Le vecchie stalle, con soffitti bassi e travi in legno erano spazi particolarmente apprezzati. Le nuove strutture, più ampie e con più correnti d’aria, se da una parte favoriscono il benessere animale, dall’altra offrono condizioni meno idonee alla nidificazione delle rondini, e in alcuni casi possono portare all’estinzione di alcune colonie”. Le rondini sono fedeli al proprio nido per una vita intera, e cambiamenti ambientali possono avere serie conseguenze sulla sua popolazione.
Osservare per preservare
Alphaville 06.05.2025, 11:05
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La rondine non è considerata una specie minacciata, tuttavia attualmente si registra una diminuzione annuale del 3-4% dei suoi effettivi. Fra le possibili minacce concrete alla sua sopravvivenza c’è anche la riduzione della disponibilità di insetti, di cui la rondine si nutre, conseguente all’uso intensivo di prodotti chimici. Questo fa della rondine un prezioso indicatore ecologico: se la sua popolazione diminuisce, significa che l’ambiente a sua volta non gode di un buono stato di salute.
Un nido di rondini in un sottotetto
Da non sottovalutare, infine, chi volontariamente elimina i nidi di rondine. “In questi giorni ho ricevuto segnalazioni di persone che impediscono volontariamente alle rondini di nidificare. Occorre ricordare che le rondini sono animali protetti, e nel periodo di nidificazione, chi distrugge i nidi di questo o altri uccelli può incorrere in una denuncia penale”. La ricercatrice invita attivamente i cittadini e le cittadine ad accogliere le rondini nei propri giardini e sui propri tetti, anche perché, aggiunge, queste possono rivelarsi delle alleate inaspettate: “In venti giorni, le rondini mangiano tra i 140 e i 150 mila insetti. Sono quindi un’arma preziosa contro mosche e zanzare.”

La rotta delle rondini (2/2)
RSI Info 04.11.2012, 14:20
Il progetto di censimento avrà una durata di due anni, e si inserisce nell’ambito del programma Interreg Italia–Svizzera ECOsistemi di COnfine, che promuove una gestione condivisa e sostenibile del Corridoio Ecologico del Fiume Ticino, una delle principali arterie naturali della regione insubrica. Il piano di Magadino, principale zona agricola del Canton Ticino, ospita in primavera una fra le maggiori colonie di rondini della Svizzera, ed è un importante sito di sosta lungo le rotte migratorie. “Le rondini migrano principalmente di giorno, e amano trascorrere la notte nei canneti. La zona delle Bolle di Magadino e del delta della Maggia sono quindi degli ambienti ideali”.
Questo nuovo studio permetterà di fare il punto della situazione, per poi studiare eventuali misure di conservazione, anche in collaborazione con gli agricoltori. Tra gli obiettivi principali figurano inoltre la sensibilizzazione dei comuni rivieraschi, la produzione di nuovi materiali educativi, il coinvolgimento delle scuole mediante attività didattiche e gemellaggi transfrontalieri, nonché la valorizzazione del progetto attraverso i social media, con l’intento di accrescere la consapevolezza e la partecipazione pubblica sul tema.

Un nuovo studio sulle rondini
Il Quotidiano 04.05.2025, 19:00