Tra gli animali che suscitano emozione e turbano il sonno di molti, oltre ai ragni e ai serpenti, ci sono anche gli scorpioni. Molti li considerano animali affascinanti ed esteticamente graziosi, altri li guardano con paura e diffidenza, in particolare perché alcune specie sono note per le loro punture molto dolorose, addirittura letali.
Si parla di scorpioni fluorescenti a Caracas
RSI New Articles 29.04.2025, 11:39
Lo scorpionismo, termine con cui si indicano i vari problemi di salute legati a una puntura di scorpione, è una problematica che tocca ogni anno oltre un milione di persone, soprattutto in Medio Oriente, Africa, Sud America e in alcune parti dell’Asia. Di tutte queste, si stima che circa 3’000 muoiano a causa di complicazioni legate ad una puntura. Una piccola parte delle persone colpite, certo, ma comunque troppe.
Proprio perché il tema è molto sentito, alcuni ricercatori hanno voluto studiare se esista una relazione tra la pericolosità di uno scorpione (del suo veleno) e la sua taglia.
I risultati – pubblicati sulla rivista Toxins – hanno messo in evidenza quello che gli appassionati di Indiana Jones forse sapevano già da tempo e cioè che, generalmente, gli scorpioni più piccoli sono quelli più pericolosi, mentre le specie più grandi sono meno letali. Con le dovute eccezioni.

Euscorpius italicus, una specie presente anche in Ticino
Delle tre specie endemiche di scorpioni presenti in Svizzera, due sono presenti in Ticino. Si tratta di Euscorpius italicus e E. alpha, scorpioni relativamente piccoli, che difficilmente superano i 5 centimetri di lunghezza. Sebbene possano incutere un certo timore per la loro nomea, sono animali molto timidi, che abitano di preferenza in muretti a secco e che si cibano in prevalenza di insetti, ragni e altri piccoli invertebrati.
Anche le specie che vivono a Sud delle Alpi possiedono un aculeo dotato di veleno, ma - pur essendo di dimensioni contenute - la loro puntura, da considerare comunque un evento raro, è simile alla puntura di una vespa o di un’ape.

Ma gli scorpioni non fanno parlare di sé solo per il loro veleno. Hanno anche un lato nascosto estremamente affascinante: sono fluorescenti. Contrariamente alla bioluminescenza, ovvero la proprietà di alcuni organismi di emettere luce propria, la fluorescenza si verifica quando un organismo assorbe l’ultravioletto e riemette le radiazioni elettromagnetiche ricevute nello spettro della luce visibile.
In altre parole, gli scorpioni non sono in grado di produrre luce in maniera autonoma, ma quando vengono illuminati con una luce di lunghezza d’onda compresa tra i 360 e i 495 nm (ultravioletta), emettono una luce di colore blu/verde.

Esemplare di Euscorpius italicus
Anche se la fluorescenza degli scorpioni è un fenomeno noto da tempo, la sua funzione evolutiva ancora oggi è oggetto di dibattito. Una delle teorie più accreditate riguardo a questo fenomeno è che potrebbe essere utile per cacciare e per difendersi. Per alcuni ricercatori, potrebbe servire come segnale di avvertimento per i predatori degli scorpioni, segnalando la presenza di un potenziale pericolo. Altri ritengono che possa essere un modo per gli scorpioni di individuare meglio le loro prede. Secondo altre teorie, invece, la fluorescenza potrebbe essere legata in qualche modo alla protezione dai raggi ultravioletti dannosi del sole. Nonostante le varie ipotesi, la ragione per cui gli scorpioni brillano quando illuminati dalla luce ultravioletta rimane ancora un accattivante tema di studio.
La fluorescenza, che in natura non riguarda solo gli scorpioni, è uno dei tanti misteri affascinanti del mondo attorno a noi. Si tratta di un elemento che può contribuire a levare il velo di paura associato agli scorpioni, rendendoli più simpatici ai nostri occhi e contribuire alla loro conservazione. Sì, perché gli scorpioni in alcune zone del pianeta sono seriamente minacciati: purtroppo molte persone ne catturano in gran quantità con l’intento di allevarli ed estrarre il loro veleno a scopo commerciale.
Ecco allora che la fluorescenza si può trasformare in un’interessante occasione per osservare e apprezzare questi animali nel loro ambiente naturale, con ammirazione e senza recar disturbo.

Fluorescenza, fosforescenza e bioluminescenza: cosa cambia?
RSI Info 20.11.2016, 18:10