Chiedilo al Doc

Capricci a due anni: come gestire rabbia e frustrazione

Il dottor Andreas Wechsler spiega perché i bambini piccoli si arrabbiano e chiedono attenzione continue - Ecco come i genitori possono reagire con equilibrio

  • 2 ore fa
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Capricci dei bimbi, cosa fare?

Prima Ora 10.11.2025, 18:00

  • iStock/Semyon Polyanskiy
Di: Silvia Spiga 

“Perché mio figlio di due anni e mezzo si arrabbia, lancia le cose e mi chiama ogni tre secondi?” È la domanda di una mamma alle prese con una delle fasi più intense dello sviluppo infantile. “Chiedilo al Doc” (la serie di approfondimenti di Prima Ora per affrontare i dubbi legati alla genitorialità) l’ha sottoposta al dottor Andreas Wechsler, il pediatra e specialista della crescita e dello sviluppo del bambino che ci aiuta a capire cosa succede davvero in questa età.

Il terzo anno di vita è una tappa fondamentale: il bambino scopre l’IO. Dopo aver imparato a camminare, ora prende coscienza di sé. “È una scoperta epocale”, sottolinea il medico. Il bambino si percepisce come individuo separato e vuole affermarsi. Da qui nascono i capricci, le opposizioni e le richieste continue di attenzione.

Se, quando la mamma prende il telefono, il bambino si sente escluso, non è cattiveria, ma egocentrismo naturale: “A questa età, il bambino pensa che esista solo lui” spiega il dottore. Non ha ancora sviluppato la capacità di condividere o di comprendere il punto di vista altrui.

E il dialogo? Non è ancora possibile. “Il bambino parla, ma non ascolta. Non è un dialogo, è un monologo”. Per questo, spiegare razionalmente non serve. Meglio far passare il messaggio dicendo “Noi non facciamo così”. Il bambino impara osservando, non ascoltando spiegazioni.

Quando è necessario l’intervento del genitore per fermare un atteggiamento sbagliato è importante distinguere tra punizione e sanzione. Punire significa prendersela con il bambino, sanzionare significa intervenire sul comportamento. “Io non ce l’ho con te, ma con quello che hai fatto”, chiarisce Andreas Wechsler.

Un esempio? Portare il bambino in camera per calmarsi, senza aggressività.
E per capire come gestire la rabbia dei piccoli è importante sapere che la frustrazione, in realtà, è un motore dello sviluppo. Il bambino, ad esempio, si arrabbia perché non riesce a fare qualcosa, e lanciare oggetti è una reazione emotiva che a due anni è normale. Il genitore può aiutarlo capendo cosa ha scatenato la reazione e offrendo un’alternativa o un supporto.

In sintesi, i “terribili due anni” sono una fase normale e necessaria. Con pazienza, coerenza e fiducia, i genitori possono accompagnare i figli in questo passaggio, trasformando i capricci in occasioni di crescita.

Potete mandare le vostre domande per il dott. Andreas Wechsler scrivendo a Chiedilo al Doc.

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