Salute

Un edificio-laboratorio all’avanguardia per studiare il radon

A Friburgo si indaga il comportamento nel sottosuolo di un gas che in Svizzera provoca 200-300 decessi l’anno - In Ticino il 14% degli edifici misurati è oltre la soglia limite

  • Oggi, 01:45
  • 2 ore fa
12:32

Radon, insidioso gas

Prima Ora 08.10.2025, 18:00

  • Smart Living Lab building | © Behnisch Architekten, 2025
Di: red. giardino di Albert/Matteo Martelli  

Oggi in Svizzera il radon costituisce la seconda causa più frequente di cancro ai polmoni. Prima di lui, c’è solo la sigaretta. Una minaccia capace di infiltrarsi silenziosamente dal sottosuolo nelle nostre case attraverso crepe e fessure, ma dalla quale da tempo abbiamo imparato a proteggerci. La Svizzera è infatti particolarmente esposta alla problematica, come è possibile osservare dalla mappa del radon messa a disposizione da Swisstopo. 

Ticino e Grigioni presentano la più alta probabilità di superare il valore di riferimento di 300Bq/m3 di concentrazione di radon negli edifici. Un rischio spiegato dalla conformazione delle rocce alpine che in queste zone presentano tracce abbondanti di uranio, precursore da cui si origina il radon. Attraverso l’inalazione questo gas radioattivo può provocare danni alla nostra salute se esposti in maniera prolungata.

I valori limite e la situazione in Ticino

Dal 2018 è stato abbassato da 1000 a 300 Becquerel per metro cubo (Bq/m3) il livello di riferimento come soglia di rischio, calcolato come media nel corso di un anno. Stando ai dati presentati in anteprima a Prima Ora (RSI) dal Centro competenze radon della SUPSI, degli edifici misurati sino a oggi in Ticino, 7’385 superano questa soglia, ovvero quasi il 14% del totale. In Svizzera, salvo per gli edifici scolastici e gli asili, non c’è obbligo di misurazione, seppur questa sia raccomandata. Vige invece l’obbligo di risanamento. Gli interventi di bonifica registrati in Ticino si limitano per ora ad alcune centinaia di casi.

Il radon: tra vecchie conoscenze e nuove sfide

Nonostante le competenze maturate nel tempo (i primi rilevamenti risalgono agli anni ’80, con importanti campagne di misurazione pionieristiche in Ticino tra il 2005 e il 2010), nuovi interrogativi emergono. Ad esempio: che ruolo giocano le sonde geotermiche sempre più utilizzate in ambito abitativo per recuperare il calore dal terreno al fine di riscaldare le nostre case?

È per approfondire questo e altri aspetti che a Friburgo sta nascendo un progetto di ricerca innovativo, unico nel suo genere in Europa e probabilmente nel mondo. “Stiamo realizzando un’infrastruttura di misurazione su larga scala”, spiega con orgoglio Joëlle Goyette Pernot, ricercatrice presso la Scuola universitaria professionale di ingegneria e architettura di Friborgo e responsabile del Centro Romando per la Qualità dell’aria interna e del radon (croqAIR) presso l’Istituto Transform.

Joëlle Goyette Pernot

Joëlle Goyette Pernot in un estratto dall'intervista realizzata dal giardino di Albert

  • RSI

Il progetto, parte integrante del futuro edificio Smart Living Lab, prevede l’installazione di circa cento sonde nel terreno dell’edificio in costruzione per monitorare la presenza e i movimenti del radon a diverse profondità e in vari elementi costruttivi: i dati vengono rilevati anche nei sistemi di protezione dell’edificio e nell’involucro a contatto con il terreno.

La presenza di quattordici sonde geotermiche sotto l’edificio profonde fino a 250 metri ha spinto i ricercatori a unirsi al progetto.  “Vogliamo capire se queste sonde possono favorire la risalita del gas in superficie”, spiega Joëlle Goyette Pernot. “Questa è una delle domande a cui il progetto potrebbe rispondere, fornendo indicazioni cruciali per l’utilizzo sicuro delle energie rinnovabili negli edifici.”

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Le fondamenta dello Smart Living Lab: una fitta rete di condotte per drenare il radon e proteggere le sonde inserite nel terreno

  • ©Building2050 (EPFL | Smart Living Lab), 2025

I dati raccolti permetteranno di sviluppare modelli di simulazione sofisticati e fornire indicazioni preziose per la progettazione di edifici più sicuri. Non solo: “Osserveremo come il radon si comporta nelle diverse stagioni, come reagisce alle variazioni meteorologiche e come interagisce con l’edificio stesso”, precisa la ricercatrice.

Allarme radon: che fare?

Per chi è preoccupato della presenza di radon nella propria abitazione, Joëlle Goyette Pernot offre consigli pratici: “Il primo passo è effettuare una misurazione, possibilmente tra ottobre e marzo, utilizzando dosimetri forniti dai servizi di misurazione riconosciuti. Se i valori superano i 300 Bq/m³ negli spazi abitativi, è consigliabile consultare un professionista del radon per una valutazione approfondita e ottenere delle raccomandazioni per una bonifica.” A oggi, una delle soluzioni più efficaci per risolvere la presenza di radon in un’abitazione è l’estrazione dell’aria carica di radon da sotto l’edificio attraverso un sistema di drenaggio.

07:38

Radon - Il Giardino di Albert del 27.03.2016

RSI Info 21.04.2023, 10:40

  • RSI

Lo Smart Living Lab, dal canto suo, fornirà nuove preziose conoscenze in questo e altri ambiti della costruzione, per migliorare la sicurezza degli edifici in tutta la Svizzera. Un laboratorio vivente multidisciplinare unico nel suo genere che rappresenta un importante passo verso un’architettura del futuro più sana e sicura.

Cos’è lo Smart Living Lab?

 Lo Smart Living Lab è un centro di ricerca per il futuro dell’ambiente costruito, situato nel distretto dell’innovazione bluefactory, un sito affiliato allo Switzerland Innovation Park Network West EPFL. Riunisce team scientifici dell’EPFL, della Scuola universitaria professionale di Ingegneria e Architettura di Friburgo e dell’Università di Friburgo, un polo interdisciplinare di sensibilizzazione internazionale, che offre strutture sperimentali su larga scala in campi legati all’habitat sostenibile.

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