L’autunno è per antonomasia la stagione dei funghi, organismi viventi molto apprezzati in cucina, soprattutto se si tratta di boleti e di altre specie prelibate. Ma i funghi, ben presenti attorno a noi in tutte le stagioni dell’anno, sorprendono per numerose altre caratteristiche che – oltre a farne delle presenze imprescindibili in natura – li rendono unici e preziosi in altri ambiti, come il risanamento dei suoli e l’architettura.
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Ma non è tutto, i campi di applicazione delle scoperte legate ai funghi sono numerosi e comprendono anche la medicina. Basti pensare alla penicillina, un antibiotico mondialmente noto derivato da funghi del genere Penicillium, scoperto da Alexander Fleming nel 1928. Una scoperta talmente rilevante, quella del medico e biologo scozzese, che gli valse il Nobel per la medicina nel 1945.
Le ricerche sui funghi non si sono fermate a quella scoperta e di recente, a quasi un secolo di distanza, un gruppo di ricercatori della Pennsylvania ha reso noto che dal fungo Aspergillus flavus è possibile isolare delle molecole che, dopo essere state modificate in laboratorio, hanno evidenziato di possedere notevoli proprietà antitumorali. In particolare, potrebbero contrastare la leucemia.
I risultati, pubblicati su Nature Chemical Biology, mostrano che due varianti delle aspergimicine (molecole derivate proprio dall’Aspergillus) hanno mostrato effetti simili a quelli di alcuni farmaci già approvati e attualmente in uso per il trattamento della leucemia e di altre forme tumorali.

Ricostruzione 3D del fungo Aspergillus flavus
L’Aspergillus flavus è un fungo patogeno presente in tutto il mondo in materiali organici in decomposizione. Le sue spore, di un caratteristico colore giallo-verde, possono infettare non solo i campi coltivati a cereali, ma anche i mammiferi, compresi noi esseri umani provocando alcune fastidiose patologie come gravi condizioni polmonari, che possono rivelarsi fatali se non trattate.
Si sospetta che questo fungo sia stato responsabile della morte di diversi archeologi che nel 1922 parteciparono alla scoperta della tomba del celebre faraone Tutankhamon, circostanze che hanno contribuito a diffondere la celebre leggenda della “maledizione del faraone”, poi rivelatasi una vera e propria bufala.
Decenni dopo si è scoperto che le maledizioni non hanno nulla a che vedere con la vicenda, e c’è chi ritiene che i decessi fossero probabilmente dovuti a delle spore fungine di Aspergillus rimaste dormienti per millenni nel sarcofago, un’ipotesi però non ancora comprovata scientificamente.

Aspergillus flavus su terreno di coltura in laboratorio
Negli anni Settanta successe una cosa simile agli archeologi che entrarono nella tomba del re Casimiro IV, in Polonia: in poche settimane, una decina di loro morirono. In questo caso il fungo Aspergillus flavus, fu successivamente rinvenuto nella cripta e potrebbe essere il responsabile dei decessi.
Le ricerche condotte su questo fungo, sebbene debbano ancora essere testate e convalidate su organismi viventi, hanno dunque portato a nuove conoscenze che, oltre a smentire le false credenze, offrono nuovi scenari per lo sviluppo di terapie antitumorali.
Risultati che dimostrano, una volta di più, come i funghi e gli altri organismi viventi, siano una preziosa fonte di ispirazione per la nostra stessa esistenza.