“Qualunque cosa si fa, ogni conversazione con gli amici riguarda il telefonino”, così Alice ai microfoni della RSI. Lei ha ricevuto lo smartphone a 11 anni ma ormai c’è chi lo riceve anche prima. E i pericoli sono tanti. Ambra, per esempio, racconta a Falò di aver vissuto un’esperienza scioccante: “Stavo sui social e ho visto il video di un suicidio in diretta: ho avuto un attacco di panico e incubi nei giorni seguenti”.
Navigare su piattaforme non sicure, passare ore e ore davanti allo schermo… in Svizzera, il 7% dei giovanissimi utilizza i social media in modo problematico. Si tratta di oltre 30mila adolescenti. Una generazione sempre connessa che fatica a staccarsi dagli schermi dello smartphone.
L’impatto è notevole: i pediatri riscontrano problemi di vista, di obesità per mancanza di movimento, di peggioramento della salute mentale. E così aumentano i gruppi di genitori che decidono di posticipare la consegna di uno smartphone personale ai propri figli. La soglia è quella dei 14 anni.
Come già accade in vari Paesi, anche in Svizzera si sta pensando ad introdurre un giro di vite sull’uso social. E in Ticino, un altro inasprimento si vuole sull’uso dello smartphone a scuola: già vietato nelle medie, presto potrebbe essere bandito del tutto nelle scuole dell’obbligo, come chiesto da un’iniziativa popolare lanciata da “Il Centro” all’inizio di settembre e sostenuta anche da altri partiti e da diversi rappresentanti della società civile.

Smartphone e social, tempo di divieti? - Tumori infantili, la speranza oltre la malattia
Falò 16.09.2025, 20:40
Contenuto legato a Prima Ora del 16.09.2025