Sono in molti a non averne mai sentito parlare, siamo onesti. Eppure, ogni anno dal 1920 la Fondazione Marcel Benoist, istituita direttamente dalla Confederazione, elargisce quello che in molti chiamano il «Premio Nobel Svizzero», più propriamente detto Premio scientifico svizzero Marcel Benoist. Quest’anno, gli onori sono andati a Tobias J. Kippenberg, professore di fisica del Politecnico Federale di Losanna (EPFL). Il premio, la più alta onorificenza svizzera in ambito scientifico, viene conferito in una cerimonia al Palazzo Federale, che quest’anno si terrà il 6 novembre.

La scienza nella percezione dell'opinione pubblica svizzera
SEIDISERA 17.09.2025, 18:00
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Nella stessa occasione verrà consegnato il Premio scientifico svizzero Latsis 2025 che, assegnato dalla Fondazione internazionale Latsis, si concentra su ricercatori nei loro primi dieci anni di attività. Nel 2025 la premiata è Saskia Stucki, ricercatrice e docente di diritto presso l’Università di Scienze Applicate di Zurigo (ZHAW) e l’Università di Zurigo (UZH). Entrambi i riconoscimenti, prestigiosissimi, arrivano con una lauta somma di denaro che consiste in 250’000 CHF per il Premio Benoist e 100’000 per il Premio Latsis.
La ricerca in fisica quantistica
Tobias Kippenberg è a capo del laboratorio di circuiti fotonici integrati e misure quantistiche, termini che, ai più, suonano come un linguaggio alieno. Se si pensa, poi, che il premio «gli viene insignito per i suoi straordinari contributi scientifici nel campo della optomeccanica quantistica e per la generazione di pettini di frequenza ottici tramite micro-risonatori ottici», viene il mal di testa. Eppure è un importante e attivissimo settore di ricerca che, tra le varie applicazioni, vede gli orologi atomici e i sistemi LIDAR delle automobili a guida autonoma. Insomma, è una tecnologia che fa rima con futuro.
Paradossi quantistici
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Come “elettronica” indica l’ambito della tecnologia che si occupa di elettricità, “fotonica” fa riferimento alla luce, come i termini “fotosintesi”, “fotografia” o “fotovoltaico”. Un circuito fotonico integrato, uno dei temi maggiori di Tobias Kippenberg, è quindi un piccolo dispositivo compatto che consente di manipolare la luce e serve, ad esempio, per le telecomunicazioni. Il gruppo guidato dal professore si concentra sugli effetti quantistici della luce e si tratta quindi di esperimenti molto sofisticati.
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In particolare, la commissione del Premio Benoist ha apprezzato i suoi lavori in ambito dell’optomeccanica, ovvero nella complessa interazione tra luce e oggetti meccanici, come ad esempio microscopiche membrane che possono vibrare in modo coordinato rispetto a un raggio laser che le illumina. Kippenberg si è inoltre distinto per le sue ricerche su quelli che si chiamano “pettini di frequenza” (solitamente indicati con il termine inglese “frequency comb”). La curiosa espressione si riferisce alla forme dei denti di un pettine, tutti regolari ed equidistanziati tra loro. Questi laser particolari sono in grado di emettere contemporaneamente luce a frequenze ben determinate e ben distinte tra loro, proprio come i denti di un pettine. Queste ricerche, apparentemente astratte, hanno in realtà applicazioni molto importanti nelle telecomunicazioni o nella metrologia e giocano un ruolo fondamentale nella Seconda rivoluzione quantistica, il periodo di grandi innovazioni tecnologiche basate sulla fisica quantistica che stiamo vivendo.
I diritti degli animali
«Mi occupo di varie questioni, mi chiedo ad esempio: che cosa sono i diritti? Che cosa qualifica qualcuno o qualcosa come titolare di diritti? E gli animali hanno o dovrebbero avere dei diritti?», riassume così la propria ricerca Saskia Stucki nel comunicato del Fondo Nazionale Svizzero. Nei suoi studi, la ricercatrice ha messo in risalto gli importanti temi sui diritti degli animali, ma anche sulle leggi per la protezione dell’ambiente e la sostenibilità. Si tratta di un campo di ricerca relativamente nuovo, nato solamente un paio di decenni fa. Attraverso un’analisi giuridica e filosofica con metodi comparitivi interdisciplinari, Saskia Stucki cerca di capire che cosa manchi alle leggi attuali per garantire giusti diritti agli animali e come il quadro normativo possa essere adeguato. Un campo che si presta sia a lavori teorici ed astratti per capire come considerare il benessere animale, che a pratiche indicazioni per i legislatori. Per concentrare le competenze e supportare meglio il proprio lavoro, la giurista ha fondato il Centro per i diritti animali e l’ambiente (CARE), di cui è direttrice.
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