Scienza e Tecnologia

E se ci trasferissimo su Marte?  

In un mondo che non si sente più al sicuro, proiettiamo sogni e visioni di vita alternative sul pianeta rosso: ma la salvezza passa da casa nostra 

  • Oggi, 09:46
  • Oggi, 10:05
Marte, Perseverance, Ingenuity

Il suolo marziano ricorda alcuni deserti del nostro pianeta, dall'Arizona all'Australia. In immagine, una foto dell'elicottero della Nasa Ingenuity, scattata dal rover Perseverance, il 15 giugno del 2021.

  • NASA/JPL-Caltech/ASU/MSSS.
Di: red. giardino di Albert/Matteo Martelli 

Marte è molto più di un pianeta. Marte è un’utopia, una proiezione del nostro immaginario. Il deserto dove costruire città futuristiche. Il pianeta alieno per antonomasia, che abbiamo popolato di storie mitologiche e personaggi fantastici. Lo osserviamo da lontano, lo abbiamo raggiunto con sonde e robot, lo studiamo ogni giorno. 

“Dopo la Terra, Marte è il pianeta di cui sappiamo più cose”, spiega ai microfoni del giardino di Albert Silvia Kuna Ballero, astrofisica e docente, autrice del recente saggio “Rapsodia Marziana”, pubblicato da Codice Edizioni. Ne conosciamo la temperatura, che oscilla tra i -60°C e i 20°C; sappiamo anche che sotto la sua superficie si nascondono enormi bacini di acqua in stato solido, o forse, per l’alta concentrazione salina, in stato liquido. Premesse che lasciano ben sperare per una vita futura sul pianeta rosso? Non esattamente.

27:00

Mondi marziani

Il giardino di Albert 14.06.2025, 18:00

  • Imago Images
  • Fabio Meliciani

“Le condizioni sulla superficie di Marte sono molto severe – spiega la scienziata – in mancanza di un campo magnetico, non c’è uno scudo protettivo dalle radiazioni che, pour non essendo immediatamente letali, pongono un rischio per chi dovesse visitare il pianeta.” Nel corso della storia dell’esplorazione spaziale, ci sono state decine di progetti di missioni umane verso Marte. Nessuna ha superato le fasi preliminari di valutazione. Portare l’uomo sul pianeta rosso, a patto di riuscirci, significherebbe infatti sopravvivere nelle condizioni più estreme per almeno un paio d’anni e in assoluta solitudine, con sei mesi di viaggio di andata e altrettanti di ritorno.

A sostenere la retorica dell’esplorazione spaziale, afferma Silvia Kuna Ballero, c’è chi ritiene sia necessario un piano B per salvarsi da un pianeta Terra sempre più inospitale. “Il problema – spiega l’esperta - è che noi vogliamo spostarci su un pianeta che è ancora più difficile da abitare. Se abbiamo veramente le tecniche per rendere più vivibile un pianeta, perché non cominciamo a utilizzarle qua? Parliamo del riuso, del riciclo, e – almeno inizialmente - del mangiare quasi esclusivamente vegetali. Cose che molti non accettano nemmeno sulla Terra. Figuriamoci su Marte”.

La fascinazione per la conquista spaziale è frutto di un immaginario letterario e cinematografico che attraversa le epoche.  Secondo l’astrofisica, l’attuale slancio verso l’esplorazione di altri pianeti che stiamo attraversando è piuttosto spinto da una corsa alla dominazione militare e ai minerali di interesse industriale. Sì, perché gli asteroidi, specie quelli oltre l’orbita marziana, rappresentano una fonte di terre rare di facile estrazione che fa gola a molti. “La nostra impostazione culturale risente dell’andamento politico globale”, afferma la scienziata.

45:15

Asteroidi, il nuovo Eldorado spaziale?

Il giardino di Albert 02.10.2022, 18:05

  • ©iStock

Oggi l’idea di colonizzare Marte e viverci stabilmente sembra quindi ancora poco credibile. Se in un lontano futuro dovesse accadere, occorrerà rispettare il fatto che Marte è Marte: “Non bisogna portarsi dietro quello che cerchiamo di lasciare sulla Terra, ma partire da presupposti completamente unici, abbandonando le analogie, evitando di importare modelli di sviluppo che hanno creato il problema da cui stiamo scappando”. Per dirla con le parole di Silvia Kuna Ballero: per vivere su Marte, “occorrerà diventare un po’ marziani”. E quel giorno non è ancora arrivato. 

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