Tre premi Nobel in due. Lei, uno in fisica e uno in chimica. Lui uno in fisica, condiviso con la moglie. Il quarto, in chimica, sarà vinto dalla figlia della coppia. È la famiglia Curie, un nome leggendario nella scienza. È proprio attraverso l’attività di ricerca all’Università Sorbona di Parigi che i due, Pierre Curie e Marie Skłodowska, si conoscono e iniziano a frequentarsi alla fine dell’Ottocento.
Marie Skłodowska, meglio nota come Marie Curie, nasce da una famiglia polacca nel 1867 e si trasferisce nella capitale francese per coronare il suo sogno di diventare una scienziata. Vive una vita spartana, tra pasti frugali e carbone portato su per le scale per scaldarsi nella soffitta in cui viveva. A sostenerla e guidarla, c’è la passione per la scienza.
La giovane Marie incontra Pierre Curie, più anziano, a casa di un professore polacco e tra i due comincia fin da subito un’intesa scientifica e umana straordinaria. Pierre accoglie Marie come studentessa nel suo laboratorio e poco dopo cominciano a frequentarsi.
Marie e Pierre si sposano il 26 luglio 1895 e, tra una gita in bicicletta nelle campagne francesi e l’altra, cominciano un’intensa attività di ricerca in un vecchio capannone con il tetto in vetro dato loro dall’università. Le ricerche si concentrano su un fenomeno che all’epoca era già noto ma assolutamente non compreso, la radioattività. Dopo aver capito i meccanismi fisici chiave della radioattività attraverso degli esperimenti con l’uranio, la coppia scopre altri due materiali dotati di questa proprietà, il polonio, che prende il nome dal Paese natale di Marie, e il radio.
Nel 1903, i loro sforzi sono ricompensati dal più alto riconoscimento, i due premi Nobel, appunto, condiviso con il fisico Henri Becquerel, riconosciuto come primo scopritore del fenomeno. L’onorificenza viene loro assegnata “in riconoscimento agli straordinari servizi resi nelle loro ricerche congiunte sul fenomeno della radiazione scoperto dal professor Henri Becquerel”. Il loro nome raggiunge la fama internazionale, ma i due proseguono le ricerche senza sosta.
Marie e Pierre Curie con la loro figlia Irène nel giardino della loro casa vicino a Parigi. Circa 1898-1900
Dopo la nascita di due figlie, sulla coppia si abbatte un triste destino. Pierre viene investito da una pesante carrozza nelle vie di Parigi, lasciando Marie vedova a 39 anni. Nonostante il lutto, Marie, carica di passione per il proprio lavoro, continua con dedizione e forza a portare avanti le ricerche.
Fino a quel momento, tra i due solo Pierre aveva il titolo di professore e dirigeva il laboratorio. Infatti, nessuna donna aveva mai avuto il privilegio. Le circostanze e gli innegabili meriti scientifici convincono però la Sorbona a offrire la cattedra a Marie, rendendola la prima donna a ricoprire questo ruolo.
Qualche anno dopo, nel 1910, la scienziata incomincia una relazione amorosa con il collega Paul Langevin, esponendola a forti critiche da parte dell’opinione pubblica per via dello stato civile dell’uomo, sposato con quattro figli.
Marie Curie prosegue le ricerche e nel 1911 i suoi sforzi vengono coronati da un secondo premio Nobel, in chimica. Diventa così, ed è tuttora, l’unica donna ad aver ricevuto due Nobel in due discipline diverse.
Marie Curie nel 1920
Durante la Prima Guerra Mondiale, Marie Curie e la figlia Irène installano una pionieristica apparecchiatura radiografica su un’automobile e, operando come radiologhe, contribuiscono a salvare le vite di molti soldati.
Ai tempi, però, non si conoscevano i rischi per la salute della prolungata esposizione alle radiazioni. Marie Curie non si protegge a sufficienza e nel 1934, a 67 anni, muore a causa di una grave forma di anemia aplastica, dovuta quasi certamente alle sue ricerche e al servizio come radiologa durante la Prima Guerra Mondiale.
Marie Curie sulla automobile convertita a unità radiologica durante la Prima Guerra Mondiale
Trent’anni fa, nel 1995, i resti di Marie e Pierre Curie vengono trasferiti al Pantheon di Parigi, tempio laico che accoglie le spoglie dei grandi personaggi della Francia. Dopo essere stata la prima donna a vincere un premio Nobel e a detenere una cattedra in Francia, Marie Curie è anche la prima le cui spoglie vengono onorate in questo modo.
Nell’immaginario comune, il termine “radioattività”, il settore di ricerca di Marie e Pierre Curie, viene oggi associato a situazioni catastrofiche o spaventose come i disastri nucleari, le scorie delle centrali e le bombe nucleari. In realtà, è un processo naturale che accade continuamente ad alcuni elementi della tavola periodica. Il nucleo degli atomi, la parte centrale dotata di carica positiva, può mutare le proprie caratteristiche, in alcuni casi trasformando l’atomo in un altro elemento. Questo processo viene chiamato decadimento radioattivo proprio perché viene rilasciata energia sotto forma di radiazioni.
Chi è Marie Curie?
RSI Collaborazioni 31.08.2021, 11:59
Nonostante i pericoli per la salute in caso di esposizione eccessiva, la radioattività è un elemento importante della nostra società. Infatti, elementi radioattivi come l’americio sono alla base del meccanismo dei rilevatori di fumo, mentre altri, come un tipo di carbonio, sono indispensabili per datare antichi reperti storici. Oltre, naturalmente, alle applicazioni in campo medico come le radiografie, la radioterapia o la tomografia a emissione di positroni PET, un importante strumento oncologico. Sebbene sia di minore rilevanza tecnica, persino le banane sono leggermente radioattive, perché contengono un tipo particolare di potassio soggetto a questi decadimenti.
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