C’era un tempo in cui negli Stati Uniti era proibito insegnare l’evoluzionismo a scuola. Non bisogna neanche andare troppo indietro nella storia per trovarlo. Sono passati esattamente cento anni dal 21 luglio 1925, quando il docente di scuola superiore John Thomas Scopes è stato condannato da un tribunale del Tennessee per aver parlato di fronte alla sua classe a Dayton della teoria di Charles Darwin.
La teologia dopo Darwin
RSI Cultura 21.04.2023, 09:53
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Il processo, oggi noto come Processo Scopes o “Processo alla scimmia”, ha avuto un’enorme risonanza per la sua importanza simbolica. Si trattava, in modo decisamente non celato, di uno scontro tra due ideologie: da una parte la scienza moderna, dall’altra le posizioni cristiane conservatrici. Il gesto di John Scopes violava il Butler’s Act, una legge dello stato del Tennessee, situato nel sud est rurale degli Stati Uniti, emanata solo pochi mesi prima che proibiva l’insegnamento di teorie sull’origine dell’uomo diverse da quella scritta nella Genesi, il primo libro della Bibbia.
È decretato dall’Assemblea Generale dello Stato del Tennessee che sia illecito per qualsiasi insegnante impiegato in una delle Università, Scuole Normali o in qualsiasi altra scuola pubblica dello Stato, sostenuta in tutto o in parte dai fondi pubblici destinati all’istruzione, insegnare qualsiasi teoria che neghi il racconto della Creazione Divina dell’uomo come insegnato nella Bibbia, e insegnare invece che l’uomo discende da un ordine inferiore di animali.
Butler’s Act, sezione 1, approvata il 28 gennaio 1925
L’atto d’accusa non è stato frutto di qualcuno che si è lamentato della condotta del giovane docente, né di un complotto o di un errore. Si è trattato, stranamente, di un atto deliberato di disobbedienza dell’uomo, deciso a sfidare la legge in nome della scienza, ritenendola incostituzionale. John Scopes non era solo nella sua lotta, ma era supportato dall’American Civil Liberties Union (ACLU, Unione Americana per le Libertà Civili), un’organizzazione impegnata nella difesa e nella promozione dei diritti civili e delle libertà individuali negli Stati Uniti. Addirittura, fu proprio l’ACLU a spingere John Scopes al gesto, per testare i limiti del Butler’s act di fronte a un giudice. Lo fece in modo plateale, pubblicando su un quotidiano locale un annuncio molto esplicito il 4 maggio 1925.
Stiamo cercando un insegnante del Tennessee disposto a collaborare con noi per mettere alla prova questa legge in tribunale. I nostri avvocati ritengono che si possa affrontare il caso in modo tale da non mettere a rischio il posto di lavoro dell’insegnante. Giuristi di grande esperienza si sono offerti volontariamente per occuparsene. Ora ci serve solo una persona disponibile. Con questo processo speriamo di dare un contributo concreto alla libertà di insegnamento in tutto il Paese, perché siamo convinti che questa legge non reggerà di fronte alla giustizia.
Annuncio dell’ACLU sul Chattanooga Daily Times
John Scopes prese contatto con l’ACLU e, pochi giorni dopo, durante una lezione di biologia in una scuola superiore lesse ad alta voce un passaggio tratto da A Civic Biology (1914) di George William Hunter. L’opera descrive l’evoluzione come “la convinzione che le forme di vita più semplici sulla Terra abbiano dato origine lentamente e gradualmente a forme più complesse, fino a giungere infine alle forme di vita più complesse.”
John Scopes
Il docente venne arrestato il 7 maggio e il processo, cominciato il 10 luglio 1925, si trasformò in un vero e proprio evento mediatico. Grazie alla radio WGN di Chicago fu il primo processo del mondo ad essere trasmesso al pubblico e portò gruppi di sostenitori di entrambe le fazioni a radunarsi a Dayton. I rappresentanti legali furono due veri e propri pesi massimi dei fori statunitensi. L’accusa venne rappresentata dal fondamentalista cristiano William Jennings Bryan, nominato tre volte per la corsa alla Casa Bianca. John Scopes, invece, fu difeso da uno dei più noti legali dell’epoca, Clarence Darrow, convinto agnostico che per la prima volta nella sua carriera si offrì di lavorare pro bono.
L'aula di tribunale durante il processo Scopes, con l'avvocato Clarence Darrow al centro, appoggiato sul tavolo, 1925
Durante il processo ci fu un intenso dibattito tra gli oppositori e i sostenitori dell’evoluzionismo darwiniano sia dentro che fuori dall’aula. Alla fine, la corte condannò John Scopes a pagare la multa di 100 dollari, riconoscendolo colpevole di aver violato il Butler’s Act, come lui stesso ammise. Questo non placò l’animo del docente, che di fronte alla corte dichiarò con fermezza e coraggio:
Vostro Onore, ritengo di essere stato condannato per aver violato una legge ingiusta. Continuerò anche in futuro, come ho fatto in passato, a oppormi a questa legge in ogni modo possibile. Qualsiasi altra scelta sarebbe contraria al mio ideale di libertà accademica, ovvero il diritto di insegnare la verità, come garantito dalla nostra Costituzione e dai principi di libertà personale e religiosa. Ritengo che la multa sia ingiusta.
Parole di John Scopes rivolte alla corte di Dayton dopo la lettura della sentenza il 21 luglio 1925
Nonostante la sentenza, annullata due anni dopo per degli errori tecnici nel procedimento, in molti ritengono che la ACLU e l’avvocato Clarence Darrow conquistarono una vittoria mediatica e ideologica. Eppure, la legge che proibiva l’insegnamento dell’evoluzionismo rimase in vigore nel Tennessee fino al 1967.
Oggi, nelle scuole pubbliche americane non è consentito insegnare teorie creazioniste, ma, secondo un sondaggio dell’azienda di consulenza e analisi Gallup, il 37% degli americani ritiene che l’uomo sia stato creato nella sua forma attuale da Dio, negando ogni teoria evoluzionistica.
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È importante ricordare ancora oggi la storia di John Scopes perché la scienza, così importante per il benessere e lo sviluppo dell’umanità, ha bisogno di essere costantemente difesa. Una battaglia che non va solo combattuta nei laboratori e nella conferenze accademiche, ma anche nelle aule di tribunale e nei parlamenti.
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