Svizzera

"È stata una carneficina, il mio compagno è morto davanti a me"

La testimonianza di uno svizzero che ha combattuto al fronte in Ucraina: "Nonostante i rischi ci torno, non ho niente da perdere"

  • 07.09.2023, 17:42
  • 08.09.2023, 19:03
Jérôme dopo l'esplosione

Jérôme dopo l'esplosione

Di: RTS/SRF/Red.MM 

Il fuoco dell'artiglieria, le mine che esplodono e i soldati che muoiono: un uomo della Svizzera romanda è stato al fronte. Ha combattuto in Ucraina con la Legione Internazionale, nonostante il rischio di essere perseguito penalmente in Svizzera.

La sua testimonianza è stata raccolta dai colleghi di SRF e RTS. Jérôme* (nome di fantasia, vero nome noto alla redazione, ndr.) è tornato in Svizzera per la prima volta lo scorso gennaio dopo una delicata missione e ha fornito un resoconto agghiacciante. I ricordi della guerra sono ancora nitidi nella mente e negli occhi del 37enne francofono.

Jérôme si è recato per la prima volta in Ucraina nel settembre 2022. Dopo l'addestramento, ha combattuto in un'unità speciale nella regione di Lugansk, nella parte orientale del Paese. Il 25 novembre 2022 ha lasciato la sua base nelle prime ore del mattino. Lui e i suoi compagni sapevano che la zona in cui si stavano recando era minata e che c'erano buone probabilità di incontrare i russi.

Orrori impossibili da dimenticare

In un filmato ripreso da una telecamera piazzata sull’elmetto di un combattente polacco, si vede uno sminatore alla testa della squadra. Si sentono degli spari, seguiti da un'esplosione. Secondo Jérôme, lo sminatore è morto sul colpo mentre lui è rimasto ferito. Anche il suo compagno polacco è rimasto gravemente ferito ed in seguito è deceduto.

"Non riusciva a smettere di urlare durante l'evacuazione", racconta Jérôme, che la descrive come una "carneficina" e pensa che non dimenticherà mai quel giorno. "Eravamo in sei a cercare di rianimarlo. Ma aveva molte schegge nel corpo. Non siamo riusciti a salvarlo".

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Telegiornale 07.09.2023, 12:30

Tornare in Ucraina nonostante i rischi

Nonostante questa esperienza e nonostante i rischi, quest'estate è tornato in Ucraina. "Torno perché voglio fare qualcosa della mia vita. Perché qui non mi lasciano lavorare. Non mi danno scelta. Mi annoio troppo", ha detto poco prima della sua seconda partenza. La sua fedina penale comprende una multa sospesa per un reato minore contro la proprietà.

Padre di due adolescenti, vive da solo e con l'assistenza sociale, con pochi contatti con la famiglia. È cresciuto in un foyer. Jérôme dice tuttavia di non aver niente da perdere.

Attualmente si trova a Kharkiv. "Ho fatto nuovamente domanda alla Legione Internazionale. Sto aspettando una risposta. Mi hanno detto che ci sarebbe voluto più tempo. Mi unirò a una nuova unità", spiega il giovane. L'unità in cui ha combattuto non esiste più.

Tuttavia, non sa ancora se combatterà di nuovo. E consiglia a chiunque possa di evitare la guerra e la sua brutalità. Secondo un esperto, circa 200 combattenti stranieri sono morti in Ucraina.

Jéröme e i suoi compagni poco prima dell'esplosione

Jéröme e i suoi compagni poco prima dell'esplosione

Procedimento contro sette cittadini svizzeri che hanno combattuto in Ucraina

Per i cittadini svizzeri è illegale prestare servizio in un esercito straniero. Se lo fanno, rischiano una pena detentiva fino a tre anni o una multa. È quanto stabilisce l'articolo 94 del Codice penale militare.

La giustizia militare sta attualmente conducendo procedimenti contro sette cittadini svizzeri che combattono o hanno combattuto in Ucraina, come confermato a SRF. Non è noto quanti cittadini svizzeri stiano attualmente combattendo in Ucraina.

Qui, il dossier pubblicato da SRF.

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