Il responsabile del Dipartimento federale dell’economia Guy Parmelin era la scorsa settimana a Washington per perorare la causa delle aziende elvetiche presso l’amministrazione Trump, dopo che il presidente statunitense ha prima - e poi congelato - dazi all’importazione. Intervistato dal programma La Matinale della RTS, si mostra prudente ma ottimista.
Per convincere gli Stati Uniti ad attenuare o rinunciare al 31% di dazi doganali annunciati all’inizio di aprile contro la Svizzera, la Confederazione ha moltiplicato i contatti. Ma dopo lo sconcerto dell’annuncio, ora si punta sul dialogo e non di negoziati formali. Di ritorno da Washington, Karin Keller-Sutter e Guy Parmelin hanno informato mercoledì il resto del Consiglio federale, che ora deve definire i temi prioritari di una futura dichiarazione d’intenti per proseguire le discussioni.
Atmosfera “costruttiva e piacevole”
Per il consigliere federale responsabile dell’economia, questa trasferta americana si è rivelata utile. “Lo scopo era anche capire cosa volesse l’amministrazione Trump. Bisognava chiarire alcuni punti e individuare quali fossero gli interlocutori essenziali. Ad esempio, abbiamo potuto concordare di avere un punto d’ingresso al Dipartimento del Tesoro”, spiega al microfono della RTS.
“In politica, quando si discute con dei partner, non ci sono mai amici, ci sono sempre interessi”, prosegue. “Ma l’atmosfera era costruttiva, piacevole e per nulla aggressiva. Ora bisogna identificare i potenziali campi in cui possiamo cercare un accordo. È l’oggetto di questa famosa lettera d’intenti. Diversi aspetti devono ancora essere chiariti.”
Mentre i dazi del 31% sono per ora sospesi fino a fine giugno, e la Svizzera è tassata al 10% sulle sue esportazioni, il ministro dell’Economia dichiara l’obiettivo di “tornare allo status quo ante”. “Con questa lettera d’intenti, speriamo che la scadenza non cada il 1° luglio. Ciò significa che avremo trovato il modo di discutere”, dice, aggiungendo che il tasso del 10% è già “estremamente pesante” per le aziende esportatrici.

Dazi, il colloquio tra Keller-Sutter e Bessent
Telegiornale 25.04.2025, 12:30
L’agricoltura, un “tema di discussione”
Secondo Guy Parmelin, l’obiettivo della Casa Bianca è di essere “trattata allo stesso modo degli altri, come l’Unione Europea, che non ci siano ostacoli specifici al commercio nei loro confronti”.
Tuttavia, in alcuni settori, le sfide sono spinose, ammette, in particolare in materia di agricoltura. “Abbiamo tariffe elevate, lo sanno. È un settore strategico, di difesa nazionale. È un linguaggio che capiscono.”
E se gli americani non hanno “specificamente chiesto di abbassare le tasse agricole”, Parmelin ritiene che si tratti di un “possibile tema di discussione” sul quale bisognerà “valutare il margine di manovra”. Evoca in particolare potenziali deregolamentazioni su derrate che non sono direttamente prodotte in Svizzera.
Proroga della disoccupazione parziale
Il consigliere federale dell’UDC vuole inoltre rimettere la chiesa al centro del villaggio: la Svizzera non beneficia di un trattamento di favore da parte di Washington. “Hanno semplicemente deciso che i 15 paesi con cui avevano il maggior deficit nella loro bilancia commerciale erano prioritari. Siamo in questo primo gruppo, ed è una buona cosa” nella prospettiva che la situazione si definisca il più rapidamente possibile.
Tuttavia, “attualmente, non stiamo negoziando formalmente. Per negoziare, ci vorrebbe un mandato del Parlamento”, precisa Guy Parmelin. Garantisce inoltre che, qualunque cosa accada, le commissioni del Parlamento saranno consultate.
Interrogato infine sulle preoccupazioni del mondo del lavoro in Svizzera, Guy Parmelin dice di seguire da vicino la situazione con la Segreteria di Stato dell’Economia. “Il Consiglio federale prolungherà molto presto la riduzione dell’orario di lavoro che terminava il 31 luglio, per un periodo di 18 mesi. Il Consiglio federale farà tutto il possibile per ammortizzare lo shock. E se la situazione dovesse aggravarsi, è sempre pronto ad analizzare altre misure.”