Oggi, se sei un piccolo consumatore d’energia (una famiglia o una piccola attività), non puoi scegliere da chi acquistare l’elettricità: sei legato al tuo fornitore locale. Ma con il nuovo accordo tra Svizzera e Unione Europea – che fa parte di un più ampio pacchetto sui rapporti bilaterali – le cose potrebbero cambiare. Dal 2030, se il testo sarà approvato, i piccoli consumatori potranno accedere al libero mercato dell’energia.
Una svolta che toccherà migliaia di economie domestiche, ma che solleva molte domande: cosa cambierà esattamente? Si risparmierà?
Come funziona oggi
Oggi “un’economia domestica tipica consuma circa 4’500 chilowattora”, spiega il professore di economia politica al Politecnico federale di Zurigo e all’USI Massimo Filippini ai microfoni di Modem della RSI. Il costo si aggira intorno ai 1’300 franchi. Una cifra che racchiude al suo interno tre voci: energia elettrica (circa il 50%), tariffa di rete (40%) e tasse e contributi vari (il restante 10%).
Il nuovo accordo riguarda solo la prima di queste voci, l’energia elettrica. La concorrenza, quindi, potrà agire solo su metà della nostra bolletta.
E con la liberalizzazione, cosa succede?
Se il testo entrerà in vigore, le economie domestiche e le imprese con consumi sotto i 50’000 chilowattora all’anno (la grande maggioranza) potranno scegliere liberamente da chi comprare l’elettricità, oppure rimanere, come oggi, nel cosiddetto “servizio universale” (cioè l’allacciamento elettrico al fornitore locale).
La pressione della concorrenza dovrebbe contenere i prezzi, sostengono gli esperti. Ammettendo “che la liberalizzazione completa del mercato porti a una riduzione del prezzo del 20%, stiamo parlando di una riduzione tra i 60 e gli 80 franchi delle spese per l’elettricità per anno per un economia domestica”, stima Filippini.
Stando al direttore dell’Aziende comunali di Ascona e presidente dell’associazione Elettricità Svizzera italiana (ESI) Fabio Laloli, la liberalizzazione si inserirà inoltre in una tendenza ribassista già ora in atto. “Quello che vediamo noi a lungo termine è che il mercato sta scendendo; si può già dire che probabilmente in quegli anni i prezzi dell’energia un po’ scenderanno’”.
Il cambiamento riguarderà soprattutto i servizi
Che la liberalizzazione attenui effettivamente l’aumento dei prezzi è ancora difficile da prevedere. La teoria suggerisce però una graduale omogeneizzazione delle tariffe, oggi molto diverse da comune a comune (ad esempio dai 22 centesimi al chilowattora di Lucerna contro i 29 di Ascona). “Ci sarà sicuramente un processo di omogeneizzazione dei prezzi, vale a dire una tendenza al livellamento dei prezzi sul piano nazionale”, dichiara Filippini.
Il libero mercato favorirà inoltre una maggiore trasparenza grazie a portali di confronto online, come suggerisce Giovanni Leonardi, presidente dell’Azienda Elettrica Ticinese (AET): “Il cliente finale sceglierà da chi acquistare l’elettricità dal telefonino”.
La concorrenza stimolerà infine un altro aspetto. “Quello che porterà l’apertura del mercato, secondo me, è l’innovazione tecnologica”, sostiene Filippini. Il processo incentiverà “la digitalizzazione, l’adozione di nuove tecnologie anche basate sull’intelligenza artificiale e nuovi servizi ai clienti”.
Il cliente finale sceglierà da chi acquistare l’elettricità dal telefonino
Giovanni Leonardi, presidente AET
Cosa cambia davvero?
Per il piccolo consumatore forse cambierà poco a livello economico. Ma potrà scegliere da chi acquistare l’energia (se lo vorrà). E così, risparmiando qualcosa orientandosi tra offerte e tariffe, sceglierà il suo attore di riferimento.
Il grande cambiamento riguarderà invece i produttori. “La grande sfida è mettere a disposizione i servizi per garantire la sicurezza di approvvigionamento”, dichiara Leonardi. “Questo significa offrire più capacità di immagazzinamento per spostare il surplus di produzione estivo verso l’inverno”. Sarà importante “mettere a disposizione centrali molto flessibili che possano intervenire molto velocemente”.