Un uomo che amava i cani e il calcio, riservato ma non asociale, che potrebbe aver male elaborato la morte prematura del padre e che come tema del lavoro di maturità aveva scelto Osama Bin Laden e l'11 settembre. È il quadro che emerge sulla stampa domenicale del 33enne fermato giovedì per aver massacrato quattro persone lo scorso 21 dicembre a Rupperswil (AG).
I giornali odierni dedicano ampio spazio alla vicenda costata la vita a una donna di 48 anni, ai suoi due figli di 13 e 19 anni e all'amica 21enne del primogenito. I reporter hanno indagato sul passato dell'uomo, che viveva a 500 metri dalle vittime, alla ricerca di elementi che possano aiutare a spiegare quanto successo.
Di recente l'omicida, di nazionalità svizzera e senza precedenti penali, è passato spesso davanti al luogo del delitto. “Il giovane transitava con una specie di monopattino tirato dai suoi due husky”, racconta un vicino della famiglia delle vittime. Il secondo grande hobby dell'assassino era il calcio; tifoso del Lucerna, per anni è stato allenatore in un club minore a livello giovanile.
ATS/EnCa