Svizzera

Aumentano i morti sulle strade: cosa fa la Svizzera?

Si parla del 34% di morti in più rispetto al 2019 - Le cause riguardano anche la distrazione alla guida, la velocità eccessiva e la regolamentazione delle strade

  • Oggi, 18:28
  • Un'ora fa
In Svizzera si contano circa 26 morti per milione di abitanti
30:25

Modem del 06.11.2025

RSI Info 06.11.2025, 18:27

  • Keystone (foto d'archivio)
Di: Modem/M.Mar. 

Il numero di morti registrato sulle strade svizzere è aumentato del 34% negli ultimi cinque anni, come riferito martedì dall’Ufficio federale per la prevenzione degli infortuni (UPI). Questi dati non sono nuovi, ma hanno attirato l’attenzione di molti nel confronto continentale, dove la Confederazione sembra essere in netta controtendenza rispetto agli altri paesi europei.

Perché? Quanto è significativo questo dato? Come si posiziona la Svizzera in materia di sicurezza stradale? Il programma radiofonico Modem lo ha chiesto a diversi esperti del settore.

Nonostante il dato negativo rilevato nel 2024, è stata notata una controtendenza per quanto riguarda i ferimenti gravi, in riduzione del 7%. “Di conseguenza possiamo dire che abbiamo meno incidenti, ma più letali”, ha dichiarato Emanuele Giovinazzo, consulente UPI, specificando che “questo va letto anche con le nuove microtendenze di mobilità”. Gli svizzeri, infatti, preferisco sempre di più utilizzare la bicicletta e si è passati a “0,9 chilometri al giorno in media in bicicletta rispetto, ai 0,7 precedenti”. Questo nuovo tipo di utenti della strada risulta essere più vulnerabile e, con le e-bike, “si registra soprattutto un +56% di incidenti mortali, passati da 16 a 25”, ha spiegato Giovinazzo.

Tuttavia, la Svizzera rimane comunque un Paese sicuro nel confronto europeo, in quanto la Confederazione è “al terzo posto della classifica per sicurezza complessiva”, ha chiarito Giovinazzo. Alle nostre latitudini si stimano “più o meno 26 morti per milione di abitanti”, mentre in Europa si stimano “in media 42 morti per milione di abitanti”. Quindi, nonostante gli europei abbiano fatto registrare una diminuzione delle morti del 12%, per noi significa che in tema di prevenzione e sicurezza stradale “ci siamo mossi anche prima, probabilmente, quindi è meglio. Il programma di Via Sicura ha avuto i propri effetti e ora ci troviamo in un momento di stasi”. Ora si pone una richiesta nei confronti della politica “rimettere il tema della sicurezza stradale al centro e cercare di definire meglio l’obiettivo 2030, che prevede meno di 100 morti all’anno”.

La distrazione tra le cause principali di incidenti gravi

Se si vuole invece porre attenzione alle cause principali di questi incidenti, si parla spesso di distrazione, che “unitamente all’inosservanza del diritto precedenza, è una delle prime cause in Svizzera di incidenti gravi”, ha sottolineato il consulente UPI, “con una cifra che si assesta più o meno attorno ai 1’400”. Rispetto a dieci anni fa si tratta di un aumento del 10%, perciò “questo significa che siamo sempre più distratti, non solo in automobile, ma anche a piedi”: il 25% del tempo in auto e il 50% quando siamo a piedi. Anche l’eccessiva velocità rappresenta un grande pericolo essendo “la seconda causa di morte sulle strade svizzere”, con 500 ferimenti gravi nel 2024.

Lunedì il Dipartimento delle Istituzioni (DI), la polizia cantonale e le polizie comunali, con il sostegno del Fondo di sicurezza stradale, hanno lanciato la nuova campagna del progetto Strade Sicure “Mi distraggo? No grazie!”, per sensibilizzare i conducenti e le conducenti di qualsiasi mezzo sui rischi delle distrazioni al volante.  

03:16
Foto d'archivio

Campagna di sensibilizzazione per la sicurezza sulle strade

SEIDISERA 06.11.2025, 18:00

  • Ti Press

“La Polizia cantonale, e il progetto del Dipartimento delle Istituzioni Strade Sicure, pone l’accento ogni anno almeno su due temi ritenuti prioritari per la sicurezza stradale”, ha riferito Renato Pizolli, responsabile della comunicazione della Polizia cantonale e capoprogetto del Programma Strade sicure. Quest’anno il tema è, appunto, quella della distrazione e proprio lunedì il Dipartimento delle Istituzioni (DI), la polizia cantonale e le polizie comunali, con il sostegno del Fondo di sicurezza stradale, hanno lanciato la nuova campagna “Mi distraggo? No grazie!”, per sensibilizzare i conducenti e le conducenti di qualsiasi mezzo sui rischi delle distrazioni al volante.

Le nuove tecnologie, come gli smartphone, hanno creato diversi problemi per quanto riguarda la sicurezza stradale, poiché “non c’è stato un accompagnamento educativo nel loro utilizzo”, perciò “ci troviamo in una zona piuttosto selvaggia, nella quale ognuno si dimentica l’attività principale che sta facendo, cioè guidare” perdendo l’attenzione per diverso tempo e “mettendo a rischio se stesso e gli altri”. Nel 2024 “la polizia cantonale, in Ticino, ha fatto più di 4’000 multe per l’utilizzo dei telefonini alla guida”.

La risposta della politica

“Non possiamo assolutamente accontentarci del livello di incidenti gravi e o mortali che abbiamo raggiunto”, ha detto Simone Gianini, presidente centrale di ACS (Automobile Club Svizzero) e consigliere nazionale PLR. “Sposo l’obiettivo dell’USTRA, ma penso sia difficile da raggiungere entro il 2030”. “Bisogna insistere sulla prevenzione e, il grande tema anche per il futuro, l’introduzione di quegli automatismi tecnologici che aiuteranno ulteriormente a ridurre” questi dati, ha sottolineato Gianini. La Svizzera “è un po’ in ritardo”, ma “potrebbe essere più coraggiosa nel permettere, per esempio, una guida autonoma o semiautonoma, rispettivamente l’introduzione di maggiori mezzi tecnologici che sicuramente aiuteranno a migliorare la fiducia nella tecnologia, che non sarà più solo fonte di distrazione”.

“La Svizzera ha introdotto la possibilità dell’utilizzo della guida autonoma”, ha spiegato Bruno Storni, presidente dell’Associazione Traffico Ambiente sezione Ticino e consigliere nazionale del PS. È stata anche promossa “un’iniziativa cantonale volta a limitare l’attraversamento dei valichi alpini ai camion”, permettendolo solo a quelli “dotati di sistemi di sicurezza di ultima generazione”. L’iniziativa è stata “approvata dalle Camere, siamo andati in consultazione e quasi tutti i Cantoni erano d’accordo”, mentre “il Canton Ticino era contrario, ma il Consiglio federale ha lasciato perdere, dicendo che i camion sono già abbastanza sicuri adesso”. Quindi “non sempre si avanza, siamo i primi in Europa ad aver introdotto la possibilità del della guida autonoma”, ma non per quanto riguarda la questione dei mezzi pesanti. “Ci sono stati dei gravissimi incidenti ancora negli ultimi mesi nel Canton Turgovia, a Lucerna e all’inizio dell’anno sul Piano di Magadino, dove un camion ha travolto un ciclista”, ha concluso storni.

Le misure per migliorare la situazione in Svizzera ci sono, ma a volte si incontrano ancora delle resistenze.

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