Il referendum contro l’ampliamento “sproporzionato” delle autostrade, che sarà probabilmente sottoposto al voto in autunno, è una delle priorità dell’Associazione traffico e ambiente (ATA) per i prossimi mesi. Non solo: l’associazione si concentrerà anche sulle zone a 30km/h, sulla protezione dal rumore e sul trasporto pubblico. “È giunto il momento d’impegnarsi a favore di una mobilità più efficiente dal punto di vista territoriale e maggiormente rispettosa dell’ambiente”, ha dichiarato il presidente dell’ATA, Ruedi Blumer durante una conferenza stampa odierna.
La maggiore attenzione va però, come scritto, ai piani di sviluppo autostradale del Consiglio federale e del Parlamento, che hanno recentemente approvato sei progetti (uno in Romandia e cinque nella Svizzera tedesca), definiti dall’associazione una “frenesia autostradale, che equivarrebbe a promuovere il traffico individuale motorizzato”.
La capacità aggiuntiva “creerebbe nuovi incentivi, che porterebbero a più traffico, più rumore, più CO2, più usura dei pneumatici, più incidenti, una maggior cementificazione e aumenterebbe l’impermeabilizzazione del suolo”.
“Non compromettere il successo delle zone 30 km/h”
L’ATA si è poi soffermata sulle zone con limite di velocità a 30 km/h, “che stanno diventando sempre più uno standard di qualità per le aree residenziali, ma anche per gli attraversamenti delle località”, ha dichiarato la vicepresidente dell’ATA ed ex consigliera nazionale Isabelle Pasquier-Eichenberger.
L’associazione si rammarica pertanto che il modello venga messo in discussione dal parlamento federale, che vuole limitare il potere decisionale dei Cantoni e dei Comuni in questo ambito. L’associazione chiede che il dibattito sia meno ideologico e più oggettivo. “I Cantoni e le città devono essere in grado di implementare soluzioni adeguate in base alle esigenze della loro popolazione, senza essere ostacolati da rigide normative federali”.
Storni: “Più soldi per la ferrovia”
Anche lo sviluppo del trasporto pubblico è una delle priorità dell’ATA. “Nei prossimi decenni, la Confederazione prevede di investire oltre 35 miliardi di franchi nelle infrastrutture stradali. Per il momento, solo 22 miliardi di franchi sono invece destinati allo sviluppo di quelle ferroviarie”, ha dichiarato Bruno Storni, consigliere nazionale PS e vicepresidente dell’associazione.
Per Storni non bisogna concentrarsi solo sulle strade, è anzi necessario intervenire soprattutto per collegare la Svizzera al traffico ferroviario internazionale. “Con buoni collegamenti alla rete ferroviaria europea, il treno diventa più di una semplice alternativa all’aereo”.
RG 12.30 del 02.05.2024 - Il servizio di Laura Dick
RSI Info 02.05.2024, 12:27
Zone 30, l'ATA pronta al referendum
Telegiornale 02.05.2024, 20:00