In Svizzera sono decine i centri di test Covid che sono stati chiusi dopo l’intervento delle autorità. In queste strutture sono state registrate una serie di irregolarità che vanno dalle regole di igiene ignorate, a medici improvvisati e certificati errati.
Sono quasi mezzo milione i test PCR e antigenici effettuati nella prima settimana del nuovo anno dopo che la variante Omicron ha fatto aumentare in maniera importante i tamponi effettuati. E così è anche cresciuto il giro d’affari: la Confederazione rimborsa fino a 36 franchi per ogni test. Un mercato spartito tra farmacie, ospedali, grandi centri cantonali, ma alle volte anche privati o locali commerciali.
Come, ad esempio, quello aperto a Basilea in un negozietto di riparazione di scarpe e chiavi, e chiuso giovedì su ordine delle autorità perché non all'altezza dei requisiti di qualità. E alla stessa società è stata imposta nei giorni scorsi la chiusura di diversi centri nei cantoni di Soletta, Nidvaldo e Argovia, stando a quanto riferisce la Sonntagszeitung.
Tra i cantoni più severi c’è Argovia che avrebbe già ritirato una dozzina di autorizzazioni, ma chiusure si registrano in almeno altri sette cantoni, a causa di test effettuati in maniera scorretta oppure di regole igieniche di base, mascherine, guanti e disinfettante, non rispettate.