Il primato spetta al canton Uri, dove più di 9 giovani su 10 non fanno ritorno al termine della loro formazione superiore. Il fenomeno della fuga dei cervelli tocca però un po' tutte le regioni periferiche svizzere, anche se non tutte ne risentono allo stesso modo. Le partenze, spesso definitive, sono il 58% nei Grigioni e il 19% in Ticino.
"Il problema", spiega Thomas Egger, direttore del Gruppo svizzero per le regioni di montagna, "è che si tratta di persone molto formate e innovative, che potrebbero trasmettere nuovi impulsi alle regioni di origine".
Occorre quindi "modernizzare le strutture economiche", sostiene Egger e gli strumenti ci sono, secondo il consigliere di Stato ticinese Manuele Bertoli: "Investimenti importanti fatti in settori come l'industria e, in generale, l'economia legata alla ricerca attireranno in futuro non solo i ticinesi di ritorno ma anche persone venute da fuori cantone".
Per Bertoli, "la Svizzera è fatta anche da questi scambi e il cantone è fra quelli che ne beneficiano", anche se l'asse Ginevra-Basilea-Zurigo riveste e rivestirà anche in futuro un ruolo centrale.