Svizzera

Clima, la CEDU condanna la Svizzera

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha dato ragione all’associazione Anziane per il clima, statuendo che Berna non ha fatto abbastanza per proteggere i suoi cittadini - Le reazioni politiche

  • 9 aprile, 11:16
  • 10 aprile, 09:37

Strasburgo condanna la Svizzera

Telegiornale 09.04.2024, 12:30

  • Keystone
Di: ATS/RSI Info 

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato martedì la Svizzera per violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, dando ragione a un’associazione, le Anziane per il clima, che aveva attaccato l’inazione del Paese di fronte al cambiamento climatico. È la prima volta che la Corte, che applica la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, condanna uno Stato per la mancanza di iniziative contro il cambiamento climatico.

La CEDU ha stabilito che la Confederazione elvetica ha appunto violato i diritti dei suoi cittadini perché non ha preso le misure necessarie a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici come previsto dall’accordo di Parigi sul clima del 2015 (COP21). Nel maggio 2020 il Tribunale federale aveva respinto il ricorso presentato dall’associazione. In dettaglio, aveva stabilito che le donne anziane non sono più colpite dalle conseguenze del cambiamento climatico rispetto ad altri gruppi di popolazione.

La CEDU ha invece respinto la richiesta dell’ex sindaco ecologista della località di Grande-Synthe, che chiedeva di condannare lo Stato francese per l’inattività nei riguardi del clima e anche quella di sei studenti portoghesi che puntavano a forzare le nazioni a rispettare i loro obblighi in merito alla protezione del clima.

Chi sono le Anziane per il clima?

L’associazione Anziane per il clima è stata fondata nell’agosto del 2016. All’inizio contava circa 150 socie, mentre oggi sono oltre 2’500 con un età media di 73 anni. Socie che sono impegnate a salvaguardare i propri diritti fondamentali, in particolare il diritto alla vita e alla salute, considerando che “le anziane appartengono alla fascia di popolazione che risente maggiormente dei crescenti fenomeni di caldo estremo”.

Il fascicolo contro la Svizzera e quello presentato dai giovani portoghesi sono giunti alla Corte nel 2020, mentre quello contro la Francia è arrivato l’anno dopo. I giudici di Strasburgo hanno deciso che tutti e tre i casi devono essere decisi dalla Grande Camera, l’istanza più alta, e anche quella le cui decisioni sono definitive.

Le reazioni politiche

La sentenza è uno schiaffo al Consiglio federale e alla sua incapacità di agire sul cambiamento climatico. Lo afferma la co-presidente del partito socialista, Mattea Mayer, citata in un comunicato odierno. Secondo il PS, non agendo contro il riscaldamento globale, la Svizzera non rispetta i diritti umani, in particolare quelli delle persone vulnerabili. E il co-presidente Cédric Wermuth ricorda una “soluzione già pronta”, cioè l’iniziativa per un fondo per il clima.

La reazione dell'ufficio federale di giustizia

Telegiornale 09.04.2024, 12:30

Per il consigliere nazionale bernese dei Verdi liberali, Jürg Grossen, questa sentenza non rappresenta una sorpresa. “Sappiamo che non stiamo facendo abbastanza per il clima”, ha dichiarato a Keystone-ATS. Tuttavia è giusto che ciò sia stato riconosciuto anche a livello internazionale. Secondo Grossen, la Svizzera deve essere un modello di comportamento nelle questioni climatiche.

Per la neopresidente degli ecologisti, Lisa Mazzone, la sentenza della CEDU rappresenta un biasimo per la Svizzera. Si tratta di una decisione storica, un passo enorme comparabile all’Accordo di Parigi sul clima il cui significato va ben oltre la Svizzera, ha dichiarato nel corso di un incontro con la stampa.

Di parere opposto il consigliere nazionale UDC Mike Egger (SG) che a Keystone-ATS ha definito “ridicola” la sentenza della CEDU. A suo dire è sempre pericoloso quando i tribunali fanno politica. La Svizzera ha una buona politica ambientale e investe miliardi di franchi ogni anno, ha spiegato il deputato sangallese. “Abbiamo ridotto in modo significativo le emissioni pro capite di gas serra e tagliato il consumo di petrolio ed elettricità”, ha aggiunto accennando ai dati pubblicati dalla Confederazione.

Accettando richieste politiche, la CEDU esce dalle sue competenze e mette a repentaglio la propria credibilità, secondo il consigliere nazionale PLR Philippe Nantermod (VS) espressosi su X. A detta del vicepresidente del partito, spetta alle autorità elette democraticamente definire l’agenda politica degli Stati sulle questioni climatiche, non ai giudici.

Sempre su X, il presidente del partito, consigliere agli Stati Thierry Burkart (AG), ha ricordato la sentenza del Tribunale federale secondo cui per richieste di carattere politico possono essere utilizzate le vie offerte dalla democrazia.

Ancora su X, il consigliere nazionale Nicolo Paganini (Centro/SG), vicepresidente della Commissione dell’ambiente, ha sostenuto che la sentenza della CEDU non rispetta la democrazia diretta. È il popolo, e non il parlamento che ha respinto la Legge sul CO2 nel giugno 2021.

Al via la marcia delle anziane per il clima

Telegiornale 08.04.2024, 20:00

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