La Svizzera si appresta a vietare le punizioni corporali sui minori, allineandosi così a parte dell’Europa. Il Consiglio nazionale una settimana fa ha deciso di mettere nel Codice civile la proibizione di dare sberle ai propri figli. Una decisione che ha suscitato un dibattito sull’educazione e sul ruolo dei genitori.
“Sono molto contento che un Paese civile come il vostro metta un limite inferiore. Quindi sotto la carezza non si può andare. Se la carezza diventa pugno non va bene. Tutti i metodi sono possibili, fuorché mettere le mani addosso. Un Parlamento che in Europa approvasse le botte ai figli sarebbe terrificante. Sarebbe barbarico…”, afferma ai microfoni della RSI Paolo Crepet intervistato sulla questione da “60 minuti”. Lo psichiatra, sociologo ed educatore sottolinea come, a più di cent’anni dalle teorie di Maria Montessori, sia ormai chiaro che questa sia la strada da seguire.
Il divieto di punizioni corporali per Paolo Crepet non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza. “Dopo il rispetto ci sono le regole. Non è che le regole vengono amministrate a suon di schiaffi, ma dall’autorevolezza dei genitori”, spiega l’esperto.
Autorevolezza: la chiave dell’educazione
Il concetto di autorevolezza emerge come elemento centrale nelle riflessioni sulla questione di Paolo Crepet. L’autore di decine di volumi divulgativi, tra cui per esempio “L’autorità perduta. Il coraggio che i figli ci chiedono”, sostiene che sia proprio la mancanza di autorevolezza a rappresentare un problema nella società attuale, non solo in famiglia ma anche a scuola e nelle istituzioni.
“Gli schiaffi sono il sintomo quasi paradossale della mancanza dell’autorevolezza”, afferma lo psichiatra. “Ognuno di noi, affondando un po’ nella memoria, riconosce delle persone autorevoli che però non hanno mai alzato la voce, non dico una mano, la voce”.
Comunicazione e rispetto: basi per un’educazione efficace
Intervistato da Reto Ceschi, lo psichiatra ha sottolineato l’importanza della comunicazione nell’educazione moderna. “Oggi siamo connessi con tutto il mondo, possiamo comunicare con tutto il mondo, eppure non riusciamo a comunicare con i figli. È una cosa strana”, osserva.
Paolo Crepet invita i genitori a sfruttare al massimo gli spazi di comunicazione disponibili, pur riconoscendo che possono essere faticosi. Tuttavia, precisa che l’autorevolezza comprende anche la capacità di dire “no” e di stabilire regole chiare.
Genitori “spazzaneve” e l’importanza dell’errore
L’intervista affronta anche il tema dei genitori “spazzaneve”, ovvero quelle mamme e quei papà che tendono a rimuovere ogni ostacolo dal percorso dei figli. Un approccio genitoriale criticato dall’esperto, sottolineando l’importanza di lasciare che i giovani affrontino le proprie sfide.
“La prima regola di un adulto nei confronti di un bambino è: io credo in te. Io ho fiducia in te, di modo che tu possa avere fiducia in te stesso”, sottolinea Paolo Crepet. “Questo è il principio fondamentale. Io ho fiducia in te, quindi non vedo perché ti devo aiutare”.
Sfide future: educazione nell’era digitale
Le tecnologie digitali e l’intelligenza artificiale, ovviamente, pongono nuove sfide ai genitori e ai figli. “Oggi parliamo di questo, lasciamo stare le sbarre, sono cose ottocentesche. Parliamo del prossimo futuro: cosa vogliamo fare perché i nostri figli non siano educati da un algoritmo?”, si chiede lo psichiatra.
Questa riflessione apre la strada a un futuro approfondimento sul tema dell’educazione nell’era digitale, un argomento che Paolo Crepet considera cruciale per il futuro dell’umanità e che tocca anche nella conferenza-spettacolo “Mordere il cielo” che prossimamente proporrà anche a Lugano.