Svizzera

Fine del valore locativo: e ora?

Come andrà gestito l’impatto per l’erario legato all’abolizione dell’imposta? Intervista a Karin Keller-Sutter dopo l’esito della votazione di oggi

  • Ieri, 21:13
  • 2 ore fa
03:04

Intervista a Karin Keller Sutter

Telegiornale 28.09.2025, 20:00

Di: Telegiornale-Nicola Zala/ARi 

L’abolizione del valore locativo equivale senz’altro, dopo 3 tentativi falliti, ad un risultato storico e anche con una portata ben più chiara rispetto alle previsioni in vista del voto. Uscirà così di scena un’imposta discussa, ma anche una fonte di gettito che si era consolidata per le casse pubbliche. Quale sarà l’impatto e come andrà gestito? Il Telegiornale ha raccolto le considerazioni della presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, responsabile del Dipartimento federale delle finanze (DFF).

Signora presidente della Confederazione, oggi ha un occhio che ride e uno che piange?

No questo risultato mi soddisfa. Spesso ho percepito che i cittadini vedono il valore locativo come una punizione, che non capiscono veramente perché siano tassati su un reddito che non ricevono veramente. È una preoccupazione che ho sentito molto nella mia vita politica, già quando lavoravo a livello cantonale. E per questo sono contenta che si sia riusciti per una volta a togliere un’imposta e a cambiare il sistema. 

Ma dal 2029, a dipendenza dei tassi ipotecari, la Confederazione potrebbe avere minori entrate per alcune centinaia di milioni di franchi. Chi pagherà?

ll nuovo sistema potrebbe anche portare maggiori entrate: nel senso che le entrate diminuiscono con tassi ipotecari attorno all’1,5%, ma aumentano a partire dal 3%. Vuol dire che alla fine il conto può essere anche in pareggio. Ma fino al 2029, quando inizieranno a farsi sentire gli effetti, è vero che la Confederazione incasserà 400 milioni in meno. Abbiamo però anche un preventivo da 91 miliardi e dobbiamo riuscire a applicare quello che decidono i cittadini. Bisogna ridefinire le priorità e vedremo come sarà possibile.

Però quando si parla del pacchetto di risparmi, si lotta per ogni milione...

Sì, ma questi 400 milioni li abbiamo già inseriti nel piano finanziario 2029. Abbiamo dovuto farlo dopo la decisione del Parlamento, nel dicembre 2024. Non è una sorpresa per noi.

I Cantoni possono ora creare un’imposta speciale, mentre la Confederazione ha invece le mani legate: lo trova un peccato?

No, credo che se provvisoriamente dovessero esserci minori entrate, non dobbiamo dire: alziamo subito le imposte. Bisogna essere creativi, bisogna fissare le priorità in modo diverso. I Cantoni una possibilità ce l’hanno, con una tassa sulle case secondarie. Vedremo se la introdurranno per esempio in Ticino, dove ci sono diverse case secondarie. 

Non è più il suo dossier. Ma il “sì” risicato all’identità elettronica corrisponde a un voto di sfiducia nei confronti della digitalizzazione, o dello Stato?

Possiamo parlare di scetticismo nei confronti della digitalizzazione. Ogni giorno leggiamo nei giornali come venga fatto uso improprio dei dati. Anch’io sono stata vittima di questi abusi: mi hanno fatto passare come una venditrice prodotti finanziari. Credo che in parte sia comprensibile un certo scetticismo, anche nei confronti dei grandi gruppi tecnologici. Tutto ciò obbliga lo Stato ad applicare in modo accurato questa identità elettronica, tutelando i cittadini. 

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