VOTAZIONI FEDERALI DEL 28 SETTEMBRE

Fra valore locativo e residenze secondarie

Focus sulla riforma nell’imposizione sulla proprietà abitativa

  • Ieri, 00:00
  • 2 ore fa
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Aspetto cruciale: l'abolizione dell'imposta sul valore locativo è stata estesa dal Parlamento anche alle residenze secondarie

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Di: ARI 

Il primo quesito legato alle votazioni federali del 28 settembre è, senz’altro, quello dall’esito più atteso: l’abolizione del valore locativo - per tutte le residenze - con la contestuale possibilità per i Cantoni di tassare quelle secondarie. Una modifica della Costituzione federale deve ora superare la prova delle urne.

A fine 2024 il Parlamento ha soppresso la tanto discussa imposta sul valore locativo, ossia su quel reddito fittizio che i proprietari potrebbero incassare se decidessero di dare in locazione i loro immobili. A decadere sono però anche le deduzioni riconosciute per le spese di manutenzione degli immobili, mentre quelle inerenti agli interessi su debiti in generale restano ammesse solo nel caso di immobili locati. Inoltre, limitatamente all’imposta federale diretta, non sono più praticabili deduzioni per interventi legati al risparmio energetico e alla tutela dell’ambiente.

Valore locativo e imposta cantonale sulle abitazioni secondarie: il VIDEO riassuntivo

La riforma, una volta in vigore, avrebbe effetti su più versanti: dal valore aggiunto legato alle attività ipotecarie, fino alle commesse destinate al settore dell’edilizia. Ma in primo piano si colloca la perdita di entrate fiscali dovuta all’abolizione dell’imposta: come farvi fronte? Visto che essa concerne sia le abitazioni primarie, che quelle secondarie, l’effetto sarebbe penalizzante soprattutto in quei cantoni periferici, come i Grigioni, il Ticino e il Vallese, nei quali le secondarie sono numerose. Il decreto federale in votazione autorizza quindi i Cantoni a tassarle. E questa compensazione, negli intenti della riforma, dovrebbe bilanciare almeno in parte la soppressione dell’imposta sul valore locativo.

Il decreto concerne i Cantoni, ma è anche giuridicamente connesso alla revisione di legge che sancisce il nuovo sistema di tassazione della proprietà abitativa. I due oggetti dipendono quindi l’uno dall’altro. Di conseguenza, un “no” al decreto determinerebbe il mantenimento dell’imposta sul valore locativo.

Gli argomenti del “no”

È proprio la caduta di gettito a motivare in larga misura le opposizioni alla riforma. Ben rappresentativa è in questo senso la posizione del Consiglio di Stato ticinese che, lo scorso aprile, ha espresso la sua contrarietà prevedendo perdite nell’ordine di un centinaio di milioni di franchi fra Cantone e comuni: un impatto che occorrerebbe compensare con un sensibile aumento delle aliquote fiscali per le persone fisiche.

Gli argomenti del “sì”

Governo e Parlamento difendono la riforma definendola equilibrata e tale da offrire ai Cantoni, grazie alla facoltà di introdurre una speciale imposta immobiliare, un margine di manovra per fronteggiare il possibile calo di entrate nel quadro delle residenze secondarie. Inoltre, i forti limiti previsti per le deduzioni degli interessi su debiti si tradurrebbero, per i proprietari, in meno incentivi al loro indebitamento sul lungo termine.

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Il sondaggio sui temi in votazione a fine settembre

Telegiornale 22.08.2025, 12:30

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