È ormai un caso politico quello relativo alla possibile frode nella raccolta di firme relativa a iniziative popolari. La Commissione istituzioni politiche del Consiglio nazionale se ne occuperà giovedì e venerdì prossimi e la sua presidente Greta Gysin ha chiesto di sentire rappresentati della Cancelleria federale per chiarire quanto successo negli ultimi anni. Già in passato infatti erano emersi brogli ed erano già state discusse e bocciate alcune proposte per vietare questa pratica.
Greta Gysin
“L’invito è quello di venire in Commissione (…) e di darci tutte le informazioni in loro possesso. La Cancelleria non ha informato in maniera trasparente, avrà l’occasione di farlo nella prossima seduta”, ha dichiarato ai nostri microfoni, aggiungendo che sottoporrà “alla Commissione la proposta di inoltrare un’iniziativa commissionale che chieda di vietare la raccolta di firme a pagamento”. Il punto sul concetto “trasparenza” è centrale, siccome Gysin ha sostenuto che la Cancelleria federale già sapeva che c’era un problema di falsificazioni in occasione dell’ultimo incontro in Commissione “ma non ha informato e ha parlato di singoli casi problematici. Quindi, quando il Parlamento ha discusso l’ultima volta della questione”, ha sottolineato, “non lo ha fatto avendo tutte le informazioni che sarebbero state disponibili”. L‘intento di Gysin (Verdi) è intanto già appoggiato dal presidente della commissione gemella agli Stati, Daniel Fässler del Centro.
Il fatto
Il Ministero pubblico della Confederazione sta indagando su possibili frodi legate alla raccolta firme per diverse iniziative popolari. Lo ha rivelato un’inchiesta dei giornali del gruppo Tamedia. Nel mirino degli inquirenti sono finite alcune società private che hanno fatto di questa pratica, un modello di business: i prezzi variano dai 3 ai 7 franchi per ogni firma raccolta. Alcuni comitati da tempo fanno capo a simili società per raggiungere le 100’000 sottoscrizioni necessarie. Una pratica legale. Ma ora l’inchiesta dei giornali Tamedia ha scoperchiato quella che definisce una truffa in grande stile. Migliaia di firme sono risultate infatti non valide, falsificate, con nomi copiati e date di nascita inventate. Tra le iniziative toccate, vi sarebbe quella per un servizio civico, le cui 105’000 firme sono state depositate alla fine dell’anno scorso. E sarebbe stato lo stesso comitato promotore a notare le irregolarità, assieme ai comuni chiamati a convalidare le firme. Comitato che avrebbe inoltrato una serie di denunce, contro ignoti, ma anche contro una società di Losanna – la INCOP - che era stata incaricata di raccogliere 10’000 firme, buona parte delle quali si sono rivelate fasulle.
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