Arroganza, disprezzo per le produzioni svizzere e un piglio cui non fanno difetto parole denigranti e umilianti. Sono le accuse con cui deve fare i conti Séverine Chavrier, che dal 2023 dirige il prestigioso teatro della Comédie de Genève. La gestione della regista franco-svizzera è sotto i riflettori dalla scorsa settimana a seguito di inchieste portate avanti da RTS e dalla Tribune de Genève. Ne è così emerso un quadro con più interrogativi. La commissione del personale della Comédie la giudica autoritaria e sprezzante. E nell’ultimo anno sono state registrate diverse dimissioni dall’organico del teatro.

La municipale ginevrina Joëlle Bertossa
La città di Calvino, che finanzia nella misura di tre quarti il grande teatro, ha ora disposto un audit. È stata la municipale Joëlle Bertossa, capo dicastero per la cultura, ad aver chiamato in causa la Corte cantonale dei conti per chiedere una verifica legale sulla gestione della Comédie. La stessa municipale, di fronte al Consiglio comunale e ai microfoni di RTS, ha tuttavia difeso Chavrier invitando alla moderazione e sostenendo che la maggior parte delle accuse a lei rivolte sarebbero false.
Stando alla municipale le critiche rivolte a Chavrier si baserebbero su informazioni inesatte o distorte. La direttrice della Comédie è accusata di accaparrare le risorse del teatro in funzione delle sue produzioni, per le quali è poi spesso in tournée. Ma “i budget dei suoi spettacoli”, ha obiettato Bertossa, “sono comparabili a quelli dei suoi predecessori”. Tensioni col personale ci sono state, è vero, ma ora il clima si è rasserenato. Quanto poi ai sospetti di atteggiamenti discriminatori verso le produzioni locali, la municipale rileva che la parte di programmazione “di artisti romandi e svizzeri rimane, contrariamente a quanto affermato, equivalente a quella degli anni precedenti”.
Su quest’ultimo punto si concentrano più interrogativi. A irritare, infatti, sono in particolare insistenti voci secondo cui Chavrier avrebbe inventato un acronimo per qualificare in modo insultante gli spettacoli autoctoni. “Nulla lo prova”, ha però dichiarato Bertossa in modo perentorio, sottolineando che la direttrice del teatro adirà le vie legali nei confronti della persona che ha messo in giro queste voci.
L’audit chiesto alla Corte dei conti, ha quindi precisato, “non è su Séverine Chavrier”. Verterà piuttosto sulla governance complessiva della Comédie: un teatro che nella sua nuova sede è cresciuto molto e conta ormai un’ottantina di collaboratori. L’obiettivo è quello della trasparenza e, soprattutto, di calmare gli animi anche di fronte all’aggressività che, sulla vicenda, si constata negli attacchi sui social.







