In Australia il provvedimento è scattato lo scorso 10 dicembre: i social media sono vietati ai minori di sedici anni. E già una settimana prima dell’entrata in vigore ufficiale del divieto, Meta aveva iniziato a bloccare centinaia di migliaia di account di adolescenti sulle sue piattaforme Instagram, Facebook e Threads.
Una norma senza precedenti volta a proteggere i giovani dai pericoli del web. E che potrebbe fare scuola. In Svizzera, per esempio, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider si dice aperta a un divieto analogo: “Abbiamo la responsabilità di proteggere i nostri figli” afferma in un’intervista pubblicata domenica dal SonntagsBlick.
Secondo Baume-Schneider, “il dibattito in Australia e nell’Unione europea è importante. È necessario che si svolga anche in Svizzera”. Ma per stabilire come agire, bisogna chiedersi cosa vietare: “L’uso da parte dei bambini? La diffusione di contenuti pericolosi? Gli algoritmi che mirano alla vulnerabilità dei giovani?”.
Anche in Svizzera - afferma - la questione sarà discussa nel corso del prossimo anno e un rapporto è in fase di elaborazione. “Non vanno poi dimenticate le piattaforme social: devono assumersi la responsabilità di quello che bambini e giovani consumano”. E su questo fronte è attualmente in fase di consultazione la nuova legge federale sulle piattaforme di comunicazione che mira a rafforzare i diritti degli utenti nello spazio digitale e a obbligare le grandi piattaforme ad agire con più correttezza e trasparenza.

I giovani e i social
Prima Ora 12.12.2025, 18:00

Scatta il divieto dei social per gli under 16 in Australia
Telegiornale 10.12.2025, 12:30







