Un “ritratto autentico” del Consiglio federale, in un’epoca in cui tutto sa di ritocco e IA, può essere d’auspicio per il 2026. Per la tradizionale, e sempre attesa, fotografia della compagine governativa toccava stavolta al presidente della Confederazione Guy Parmelin orchestrare qualcosa di nuovo: la sua scelta è stata di affidare l’incarico a quattro studenti in formazione presso la Scuola professionale di Vevey.
Nel comunicato che accompagna l’immagine, viene spiegato che “i sette membri del Governo e il cancelliere della Confederazione non sono stati fotografati singolarmente, ma durante un servizio fotografico collettivo nel Salon de la Présidence, proprio accanto alla sala riunioni del Consiglio federale. Nella fotografia finale, che è il risultato di una sovrapposizione di immagini, compaiono anche i quattro studenti. In questo modo essi mostrano il lavoro sul set con i diversi aspetti che caratterizzano la loro attività creativa”.
I quattro giovani aspiranti fotografi si chiamano Nathan Bugniet, Eileen Fraefel, Samantha Keller e Léo Margueron. Gli apprendisti della Cancelleria federale e del DEFR hanno partecipato alla sessione fotografica di prova come comparse. Inoltre, un apprendista mediamatico della Cancelleria federale ha realizzato il video che offre uno sguardo dietro le quinte della produzione.
Le foto del Consiglio federale dal 1993
Il loro “prodotto finale” valorizza, da sinistra, il cancelliere della Confederazione Viktor Rossi (PVL), i consiglieri federali Beat Jans (PS), Albert Rösti (UDC) e Ignazio Cassis (PLR), il presidente della Confederazione Guy Parmelin (UDC), le consigliere federali Karin Keller-Sutter (PLR) e Elisabeth Baume-Schneider (PS), il consigliere federale Martin Pfister (Il Centro).
La foto ufficiale del Consiglio federale è stata stampata in 35’000 copie. Può essere scaricata e ordinata all’indirizzo www.admin.ch.
Analisi politica della fotografia 2026 del Consiglio federale (a cura di Alan Crameri)
Guy Parmelin, presidente della Confederazione, DEFR
A suo agio. Sta al centro, ma senza emergere. Nessun indizio del mal di schiena che a tratti lo attanaglia. In passato ha dato il meglio di sé durante i momenti formali di carattere internazionale. Altri sono alle porte, a Davos presto incontrerà Trump. Il momento politico per Parmelin è ottimo, l’immagine lo dimostra.
Ignazio Cassis, vicepresidente della Confederazione, DFAE
Sorprendentemente sciolto. Il volto è sereno, la posa – appoggiato alla poltrona di Parmelin – è rilassata. E pensare che ora si entra nel vivo del dibattito sugli accordi bilaterali, inoltre Cassis presiederà l’OSCE in un contesto bellicoso in Europa. Le braccia incrociate forse più che un atteggiamento di difesa mostrano una ritrovata fiducia in sé.
Beat Jans, DFGP
A disagio. Gambe accavallate in maniera poco naturale. Sembra non sapere dove mettere le mani, una su una gamba, l’altra sul bracciolo della poltrona. L’unico consigliere federale con un sorriso a bocca completamente chiusa. Un’immagine che conferma chi critica Jans per non aver ancora trovato il suo ruolo in governo.
Martin Pfister, DDPS
In partenza. È seduto, ma sembra volersi alzare nei prossimi secondi. L’ultimo eletto in Consiglio federale ha molti cantieri aperti al Dipartimento della difesa. Vorrebbe più aerei militari, ma i colleghi non gli hanno concesso i soldi. Deve rifare i compiti. Pfister non ha tempo da perdere, è pronto a tornare in ufficio appena scattato il flash.
Elisabeth Baume-Schneider, DFI
Diversa. Osa più degli altri a livello di colori e contrasti. Sembra farlo con una ritrovata naturalità. Dopo il cambio di dipartimento, dalla Giustizia agli Interni, ha cominciato a mettere accenti in governo. Baume-Schneider è riuscita a evitare che si discuta di innalzamento dell’età pensionabile nella prossima riforma dell’AVS. Un successo, per lei spesso in minoranza, da socialista e da giurassiana.
Albert Rösti, DATEC
Un po’ solo. Lì dietro le poltrone, in diagonale, senza nessuno a fargli compagnia, Rösti pare isolato. Lui che è partito come un tornado in governo: nucleare, lupo, autostrade, canone. Leader già dal primo giorno. Ma come si sa, il governo svizzero è un organo collegiale, chi primeggia prima o poi viene richiamato all’ordine.
Karin Keller-Sutter, DFF
Stanca. Il sorriso non sembra riuscirle questa volta, gli occhi un po’ stanchi. Lo sappiamo, il suo anno presidenziale che finisce oggi non è andato al meglio. Colpa soprattutto di Trump e dei suoi dazi. Ma Keller-Sutter incontra forti opposizioni anche su altri dossier, dai piani di sgravio di bilancio al capitale proprio per UBS. Aveva iniziato il 2025 con grande slancio. Ora lo ha perso.
Viktor Rossi, cancelliere federale
In disparte. Volta le spalle ai 7 Consiglieri federali, lui che da cancelliere è responsabile per il buon funzionamento del lavoro governativo. Difficile far collaborare politici che non hanno scelto di essere nella stessa squadra. Rossi ha preso due anni fa il posto del carismatico Walter Thurnherr. Cuoco di formazione, attendiamo anche nel 2026 la sua ricetta per uno spirito collegiale in governo in tempi di crisi.
Radiogiornale e Telegiornale delle 12.30 del 31.12.2025
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