Dopo un primo progetto infruttuoso, respinto dal popolo nel marzo del 2021, il dossier del mezzo di identificazione elettronica (Id-e) torna alla ribalta. Al tema è infatti legata la seconda delle due votazioni federali in programma per il prossimo 28 settembre.
A differenza del primo progetto, che prevedeva l’emissione dell’Id-e da parte di società private, la nuova legge approvata dal Parlamento attribuisce alla Confederazione la responsabilità del mezzo d’identificazione e la gestione delle occorrenti infrastrutture tecniche. Il nuovo strumento è associato agli smartphone attraverso un’apposita app e, con la sua introduzione, consentirà agli utenti di identificarsi in forma digitale per tutta una serie di utilizzi: dagli accessi ai servizi delle autorità, fino all’ordinazione dell’estratto del casellario giudiziale e alla stipulazione di contratti.
Identificazione elettronica: il VIDEO riassuntivo
L’associazione allo smartphone, attraverso processori crittografici, fa sì che l’Id-e non possa essere copiato. Inoltre, nel caso di un cambio del cellulare o di una sua perdita, l’Id-e dovrà nuovamente essere richiesto. Circa poi il flusso di dati, la comunicazione è limitata a quelli necessari per un uso specifico. Prendiamo l’esempio di un’identificazione per l’acquisto online di prodotti preclusi ai minori di 18 anni: qui il sistema segnalerebbe soltanto se l’acquirente abbia o meno l’età minima richiesta. Non sarebbe quindi possibile risalire all’età esatta e all’identità della persona.
L’utilizzo del nuovo mezzo sarà gratuito e di natura facoltativa, visto che tutti i servizi della Confederazione continueranno a essere forniti anche in modalità tradizionale.
Gli argomenti del “no”
Anche contro questa nuova legge è stato lanciato con successo un referendum. I comitati che lo hanno promosso ritengono che il progetto non offra una sufficiente tutela dei dati personali. A detta dei contrari, inoltre, la normativa non assicura con chiarezza che l’identificazione elettronica rimarrà in ogni caso facoltativa. Gli avversari del progetto temono anche rischi di derive e abusi legati alla raccolta di ingenti quantità di dati personali.
Gli argomenti del “sì”
Per il Governo e il Parlamento, che ha approvato la nuova legge alla fine del 2024, il nuovo strumento assicura invece la massima protezione possibile della sfera personale. Sottolineano quindi i costi minori, per le autorità e le imprese, legati al fatto di lavorare integralmente in modalità digitale, nonché la rilevanza del progetto per permettere alla Svizzera di rimanere al passo con i processi di digitalizzazione.

Il sondaggio sui temi in votazione a fine settembre
Telegiornale 22.08.2025, 12:30