Alluvioni in Mesolcina e Vallemaggia, ma anche in Vallese, dove l’ultimo esempio in ordine di tempo è la frana e il crollo del ghiacciaio a Blatten. Il territorio in montagna, anche proprio a causa delle catastrofi naturali, può cambiare rapidamente. Mutamenti che - in casi simili - vengono prontamente documentati anche a livello topografico, in particolare con il Rapid Mapping. Ma come funziona esattamente questo servizio?
“Ci occupiamo della registrazione e della messa a disposizione di geodati in caso di evento naturale e di catastrofe, come appunto nel caso di Blatten” spiega ai microfoni di SEIDISERA Francesco Wyss, specialista topografico presso l’Ufficio federale di topografia Swisstopo.
Gli specialisti di Swisstopo sono organizzati con un servizio di picchetto, “dunque siamo sempre raggiungibili e una volta che arriva la richiesta siamo in contatto con l’Ufficio federale dell’Ambiente per definire esattamente le modalità della registrazione dei dati, per sapere quali registrare, con quale risoluzione e con quale tempistica. Infine ci attiviamo con le diverse possibilità che abbiamo. Possiamo registrare tramite i nostri aerei, oppure con le immagini satellitari o ancora con l’elicottero. La scelta del metodo più ideale dipende dalle esigenze”.
https://rsi.cue.rsi.ch/info/ticino-grigioni-e-insubria/Maltempo-e-danni-l%E2%80%99importanza-della-mappatura--2201554.html
Spesso però non basta svolgere il lavoro un’unica volta: “Ad esempio a Blatten abbiamo registrato delle immagini due volte ed era prevista anche una terza volta alla fine dell’evento. L’evento è stato nel frattempo ‘chiuso’ e verrà poi registrato periodicamente, ma non più nel contesto del rapid mapping. Il territorio è cambiato e verrà quindi monitorato comunque regolarmente, anche se non da noi”.
Una fonte di dati decisamente preziosa, che – oltre a monitorare il territorio – serve soprattutto agli specialisti per delle analisi e per organizzarsi di conseguenza nel caso di eventi futuri: “In ottica futura, con il caso di Blatten si può ad esempio modellizzare e simulare anche frane in altri luoghi. Anche perché sono dei fenomeni che succedono e succederanno sempre più spesso”.
In questo senso, quali sono quindi per voi le sfide maggiori all’orizzonte? “È una buona domanda – risponde ancora Francesco Wyss –, direi che dobbiamo essere pronti a intervenire senza avere una pianificazione. Nel 2024 ci sono stati tre eventi nel corso di due settimane in Mesolcina, in Vallese e in Vallemaggia, e di colpo la quantità di lavoro è stata impressionante. Non si può pianificare, bisogna essere pronti. Ogni evento ha la sua storia, la sua dimensione, la sua tragicità e bisogna essere pronti con tutti i mezzi. Ecco, questa sarà la sfida più difficile”.