L’Unione Sindacale Svizzera (USS) sosterrà gli accordi conclusi con l’Unione Europea se il Parlamento adotterà il progetto presentato dal Consiglio federale, ha affermato giovedì il suo presidente Pierre-Yves Maillard. Il pacchetto prevede misure di protezione dei salari.
“Se il Parlamento non smantella ciò che ha fatto il Consiglio federale (...), sosterremo” l’accordo principale, ovvero quello che rinnova gli accordi bilaterali esistenti, in particolare la libera circolazione delle persone, ha dichiarato il consigliere agli Stati (PS/VD). I sindacati sono tuttavia cauti: “È già successo in passato, ad esempio nel compromesso sulla LPP, un esercizio in cui il Parlamento ha smantellato ciò che il Consiglio federale aveva proposto”, ricorda.
Per Maillard il risultato dei negoziati era “già un po’ meglio” dell’accordo quadro che la Svizzera ha rifiutato nel 2021. “Erano state date alcune garanzie. Poi il Consiglio federale ha presentato quattordici misure che rafforzano ulteriormente la protezione dei salari. In questo contesto, abbiamo detto fin dall’inizio dell’anno che avremmo potuto sostenere questi accordi”, assicura l’esponente PS.
Contro l’accordo sull’elettricità
Il senatore vodese è invece molto più critico nei confronti dell’accordo di liberalizzazione del mercato dell’elettricità. “È l’ultima cosa da fare in un Paese che vuole cercare di difendere la propria industria e la propria autonomia energetica”. A suo avviso l’USS si opporrà a questa liberalizzazione. “È possibile, poiché questi accordi non sono giuridicamente vincolanti. Sarebbe inoltre saggio non trattarli contemporaneamente”, afferma.

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